Non è il PreGP che vi aspettavate, ma è il PreGP di cui avevate bisogno. Il PreGP della 24h di Le Mans.
In questo articolo vi chiarirò tutto ciò che c’è da sapere e vi preparerò a una delle gare più importanti del mondo!
24 ore di gara che possono valere una carriera. Prestigio, coraggio, sofferenza, stanchezza, emozioni, velocità: tutto si mischia a Le Mans, creando una magia unica nell’automobilismo.
Dal frastuono del tramonto pieno di feste e luci al buio pesto delle tre di notte, passando per le prime luci dell’alba e il mezzogiorno della domenica, quando tutto sembra finito e invece è ancora tutto in gioco… beh, per godersi questo spettacolo che rende Le Mans la corsa più importante dell’anno, serve una guida.
Ecco perché nasce questo video. Buon viaggio alla scoperta della 24h di Le Mans 2025!
NASKA-MEMORY
Stravolgiamo un po’ l’ordine delle rubriche del PreGP per fare un salto nel passato. Nel passato recentissimo, come se fossimo pesci rossi senza memoria.
Le ultime due edizioni della 24 ore di Le Mans le ha vinte la Ferrari, con il suo stupendo prototipo, la 499P.
Ma questo è il PreGP di Le Mans 2025 e quindi, a noi interessa scoprire com’è iniziato il Mondiale Endurance 2025. Così siamo tutti preparati. Anche perchè vi ricordo che Le Mans non è una gara a sé, ma è pur sempre la quarta gara del mondiale Endurance. Certo, vale di più, non solo perché vincerla vale un prestigio anche superiore al Campionato del Mondo di durata, ma anche perché per il mondiale vale punti doppi!
Come siamo messi al momento? Si sono corse tre gare. La 1812km del Qatar, la 6h di Imola e la 6h di Spa-Francorchamps. Nella classe regina, la Hypercar, ha vinto sempre una Ferrari 499P. Dominio totale, tra un attimo ci torniamo. Nella LMGT3, la categoria per vettura Gran Turismo, si sono divisi le vittorie Corvette, Porsche e Ferrari.
Se non sapete cosa sono le categorie e come funziona la divisione in classi del Mondiale Endurance, vi lascio un altro video qui sopra dove spiego tutto per filo e per segno.
Dicevo, la categoria Hypercar. Il regolamento che mischia prototipi LMH e LMDh funziona che è una meraviglia. Il Mondiale Endurance non è mai stato tanto in salute. Vi elenco i Costruttori che partecipano a questo campionato: Aston Martin, con l’unico prototipo senza ibrido e un V12 che canta una poesia pura; Porsche; Toyota; Cadillac; BMW; Alpine; Ferrari, Peugeot. 8 Costruttori ufficiali diversi. C’era anche Lamborghini che però ora non corre più. Comunque è una roba folle, senza senso per un Campionato Mondiale, davvero un grande successo. E nei prossimi due anni arriveranno Genesis, il marchio premium di Hyundai, Ford e McLaren. Non so se mi spiego!
E in GT3? abbiamo: Aston Martin, Ferrari, BMW, Corvette, McLaren, Mercedes, Ford, Lexus e Porsche. WOW.
Ma torniamo alla nostra classe regina. Tutti quei costruttori mettono in pista dei prototipi che sono gioielli. Ibridi, bellissimi, pieni di tecnologia, complessi quasi come una F1, veloci come una F2, gestiti alla grande da squadre preparatissime e condotti da piloti professionisti di un livello stellare. Insomma, tutti vogliono vincere.
E invece, ha vinto sempre e solo la Ferrari. In Qatar la 499P si è presa una tripletta clamorosa. A Imola era di nuovo imprendibile, ma la gara con tante Safety e una buona strategia degli avversari, oltre a una brutta qualifica per la Ferrari numero 50, hanno visto sul podio “solo” una Ferrari, la 51. Spa-Francorchamps è stata la gara più tirata di tutte, poteva vincere l’Alpine di Mick Schumacher, tra gli altri, ma la Ferrari numeri 51 è ancora una volta riuscita a trionfare grazie a un gran passo e una gestione perfetta. Sul podio, seconda, anche la Ferrari numero 50.
Ma allora la Ferrari può dominare in un campionato del Mondo? Certo che può, lo sta dimostrando. Per correttezza, va specificato che, soprattutto nelle prime due gare, il BOP per la 499P era decisamente favorevole, essendo basato sul finale della stagione precedente, quando la Rossa era andata piano. E perché era andata piano? Per colpa del BOP sfavorevole. è una coperta corta…tira di qua, tira di là.
Se non sapete cos’è il BOP, il Balance of Performance, vi rimando sempre al video di spiegazione sul WEC.
Spa, però, è stata una gara importante! Perchè sono cambiate le regole e il BOP era calcolato sulla base delle due migliori gare nelle precedenti tre, quindi due trionfi. Quindi la Ferrari era penalizzata dal BOP! Eppure, la 499P ha comunque vinto dopo essersi presa la Pole Position. La realtà è che il team AF Corse, ormai, lavora benissimo, e il prototipo della Ferrari è una gran macchina. Telaio, aerodinamica, V6 biturbo con bancata a 120°…
Insomma, la Ferrari 499P ha iniziato questo campionato benissimo, e si presenta a Le Mans come il prototipo da battere. Aggiungeteci che ha vinto le ultime due edizioni della 24h, e la tensione sale ancor di più.
E gli altri costruttori, invece?
Porsche e Toyota, colpite da un BOP molto cattivo, hanno faticato tantissimo in questo inizio di stagione. Alpine e BMW sono le due squadre più in crescita. Aston Martin, da nuova arrivata, fa molta fatica. Peugeot, con la 9X8, che era senza ala posteriore, ci avevo fatto un video, ma ora han deciso di metterla ogni tanto promette ma delude comunque. Infine, Cadillac ha mostrato qualche buono sprazzo di velocità, soprattutto in Qatar, ma ha raccolto poco o nulla.
Ma per Le Mans, il BOP come sarà? Perché è fondamentale, l’abbiamo capito. Il BOP per la 24h di Le Mans è speciale. Viene calcolato solo in base ai parametri di omologazione dei prototipi, quindi i dati al banco o in galleria del vento. Non viene calcolato in base alle gare precedenti. Perché Le Mans è troppo importante, non puoi penalizzare qualcuno solo per Le Mans. È stato pubblicato il BOP per questa edizione, che potrà essere corretto prima della gara, e nessuno sembra penalizzato davvero, neanche Ferrari quindi. Senza entrare nei dettagli che sono un po’ tecnici, a parte dei dati davvero ottimi per Cadillac, sembra che gli organizzatori abbiano cercato di mettere tutti nelle migliori condizioni possibili, senza castrare le prestazioni di nessuno già prima dei test.
Bene, tempo di passare a una nuova rubrica per i PreGP.
NASKA-CHRONO
In questa rubrica voglio raccontarvi perché la 24h di Le Mans… in realtà dura una settimana. Anzi, più di una settimana.
L’evento richiama circa mezzo milione di persone che popolano la cittadina di Le Mans e i suoi dintorni per il fine settimana della corsa. Chi ha più tempo si reca a nord di Parigi già dal venerdì e dal sabato precedenti, quando ci sono le verifiche tecniche, che si svolgono in centro città, tra la mitica piazza dei Giacobini e piazza della Repubblica.
La domenica precedente alla corsa si svolgono i test. Due sessioni da tre ore ciascuna, che un tempo si svolgevano su più giorni e due settimane prima dell’evento, non una sola. Adesso, con l’accorpamento di test e gara in soli 8 giorni, per i meccanici e le squadre si è creato un vero e proprio tour de force.
L’attività di pista del weekend di gara, invece, inizia il mercoledì. Quest’anno le FP1 saranno alle 14.00. Seguirà la sessione di qualifiche, alle 18.45, divisa in due tronconi da mezz’ora. Nel primo partecipano LMGT3 e LMP2, la seconda classe di prototipi che è una sorta di monomarca, come Formula 2 e Formula 3.
Nella seconda mezz’ora si sfidano le Hypercars. Alle 22 si ritorna in pista per le FP2, con la sessione che si svolge quasi del tutto in notturna, dato che a Le Mans il sole cala molto tardi ed è chiaro quasi oltre le dieci di sera.
Al giovedì si disputano le FP3 alle 14.45, per poi passare alla Hyperpole. Se le qualifiche del mercoledì erano la Q1, la Hyperpole accorpa Q2 e Q3. Le auto sono sempre divise in due gruppi: prima LMP2 e LMGT3, poi Hypercar.
Per LMP2 e LMGT3, i migliori 12 per ognuna delle due classi si sfidano per 15 minuti. Di questi, i migliori 8 passano ai 15 minuti successivi.
Per le Hypercar, funziona allo stesso modo ma si sfidano prima i migliori 15 del mercoledì, poi i migliori 10.
Ogni auto ha 3 set di gomme nuove a disposizione per la sessione di Hyperpole. A Le Mans, la Michelin porta tre diverse mescole per le Hypercar. Le più dure vengono utilizzate durante il giorno, quando fa caldo, mentre le più morbide di notte, quando la pista è molto fredda e già super-gommata dopo diverse ore di gara.
Dopo l’assegnazione della Pole Position, si disputa un’altra ora di libere in notturna.
E ora vi starete chiedendo: ma la Pole Position, in una gara di 24 ore, quanto conta? Conterà zero, no? Un tempo era così, e conquistare la Pole Position a Le Mans era un obiettivo puramente pubblicitario, soprattutto per i team privati.
Oggi, con un Mondiale Endurance tiratissimo dove i distacchi si contano con le decine di secondi dopo sei ore di gara, partire davanti è fondamentale. Anche a Le Mans.
E il venerdì che si fa? Pausa. C’è la parata dei vari equipaggi nel centro città di Le Mans.
Sabato è il grande giorno. Warm-up alle 12, il via della gara alle 16.
Tutte le sessioni che vi ho descritto saranno visibili in diretta su Eurosport o, sempre a pagamento, sulla WEC TV.
Altri due aspetti molto importanti per comprendere la 24h, e seguirla al meglio, sono le neutralizzazioni e le gomme.
Partiamo dalle gomme.
Vi ho già parlato delle gomme Michelin che equipaggiano le Hypercar. Attenzione perché ogni macchina avrà a disposizione 56 gomme – idealmente 14 set – per coprire l’intera corsa. Le LMGT3, invece, potranno usarne 60, perciò 15 set. Perché vi sto raccontando questo che sembra un dettaglio da nerd?
Perché in realtà è una delle chiavi della 24 ore. Considerando che, più o meno, lo stint di un prototipo dura intorno ai 50 minuti, durante una corsa si devono affrontare almeno 28 stint. Perciò il doppio rispetto ai set di gomme disponibili. Quindi, ogni treno di gomme deve affrontare almeno un doppio stint, che tradotto equivale a 350km, più di un Gran Premio di F1 con un solo set di gomme.
E qui sentite questa perché è una roba assurda: vedrete spesso i meccanici cambiare solo le gomme del lato sinistro al pit-stop. Perché? Perché l’obbligo è di usare 56 gomme, non 14 treni. E dato che si consumano di più le gomme sinistre, beh, si cambieranno più gomme sinistre che destre.
Altra cosa importantissima: le termocoperte sono vietate. Questo significa che le Hypercar appena entrano in pista con gomma nuova sono inguidabili, una roba che il primo giro vanno tipo 15s a giro più lente solo per scaldarle, in una pista come IMOLA!! Figuriamoci a Le Mans, lunga il triplo.
Vediamo ora le ‘’neutralizzazioni’’.
Con neutralizzazione si intende quando c’è un incidente e quindi esce la tipica VSC o SC della Formula 1. Ecco, qui a Le Mans è diverso. Ci sono tre tipi di neutralizzazioni. Il primo si chiama slow zone. Il tracciato, che è lungo 13.6km, viene diviso in nove settori. Se nel settore è dichiarata la slow zone, i piloti sono obbligati a percorrerlo a 80 km/h. Superato il settore, la gara torna in bandiera verde. Come una Full course yellow, ma solo in un settore.
Il secondo tipo di neutralizzazione è la Full Course Yellow. Su tutta la pista il limite è di 80 km/h. Come una Virtual SC della F1, ma col limite fisso. Per evitare disparità, durante la FCY è vietato fermarsi ai box, sennò guadagni una vita e sballi le strategie, a meno che non si tratti di emergenze.
Il terzo tipo di neutralizzazione è la Safety Car. Qui la procedura diventa macchinosa. A Le Mans, vista la lunghezza del circuito, entrano in pista tre Safety Car distanziate tra loro. Durante questo periodo i commissari ripristinano il tracciato e le auto sono divise in tre grupponi. Se si può rientrare ai box per la sosta e decidi di farlo, devi tornare in pista in coda al primo gruppone che passa dal rettilineo principale. Ok, ma quando poi si deve ripartire? Una volta che si è risolto, viene chiusa la pit-lane e due grupponi vengono liberati, così da raggiungere la Safety Car principale. Alla fine del merging, il termine tecnico per questo processo, la gara torna in bandiera verde.
Capite perchè è macchinosa? Diventa lunghissima, ma è l’unico che permetta di evitare la divisione in due gruppi diversi di auto che si stanno giocando la vittoria. Tante volte, nel passato, trovarsi a un gruppo di distanza dal leader poteva significare dire addio ai sogni di gloria, perché alla ripartenza il distacco era di oltre 1’.
NASKA-TRACK
Ne abbiamo parlato tanto, scopriamola adesso questa pista di Le Mans così lunga e così speciale.
Il Circuit de la Sarthe è forse il luogo più leggendario al mondo per quanto riguarda lo sport a quattro ruote. Certo, c’è Indianapolis e ci sono i circuiti di F1 e c’è il Nordschleife. Ma Le Mans ha un fascino fuori scala. La 24 ore di corre lì dal 1923, e in quei km di strade statali si è scritta la storia con la S maiuscola.
Atti di coraggio, atti di eroismo, storie misteriose o assurde: ve ne ho già raccontate alcune e sarà mio piacere mantenere il vizio. Ma Le Mans è talmente speciale che si dice scelga lei chi vince, e ai piloti sia solo chiesto di fare meno errori possibile. Tanto, se la pista non vuole che tu vinca, non vincerai. Tenete a mente questa frase perché vi racconterò una storia dolcissima, a riguardo.
Concentriamoci sul circuito. Dicevo, strade statali. Sì, Perché è composto dal circuito di Bugatti, quello permanente in cui corre la MotoGP, unito alle strade statali della zona.
Si inizia il giro con il rettilineo principale, la curva Dunlop e la chicane Dunlop. A questo punto ci si tuffa nelle S di Tetre Rouge, dei veri e propri saliscendi molto insidiosi e stracolmi di pubblico a inizio gara. Importante l’ultima piega dopo le S che immette nel celeberrimo rettilineo dell’Hunadieres. Un tempo era una fettuccia di strada statale unica, tutta dritta, dove si toccavano i 400 km/h.
Adesso è intervallata da due chicane che, nella vita di tutti i giorni, sono rotonde.
L’ultima porzione di rettilineo scollina verso la piega secca di Mulsanne, molto stretta e insidiosa. Ancora un rettilineo lunghissimo, stavolta più ondulato – tutti questi tratti sono in mezzo al bosco, immaginateli di notte con i fari, lì sta la magia -… dicevo, ancora un rettilineo e inizia la parte più bella della pista.
Piega velocissima a destra, la Indiananapolis, che improvvisamente diventa una curva di 90° a sinistra, il che richiede ai piloti di frenare a ruote storte con anche l’asfalto in contropendenza. Facilissimo fare errori. Breve allungo per la destra secca di Arnage, che sembra la curva più facile del percorso, in realtà è complicatissima perché troppo più lenta rispetto alle altre.
A questo punto ci si tuffa verso le mitiche curve Porsche, una serie di Esse velocissime e tremendamente affascinanti. Concluse le curve Porsche, si arriva alla doppia chicane finale dedicata alla Ford.
Sulla carta, Le Mans sembra un tracciato facile. In realtà è molto insidioso. Anzitutto perché i rettilinei infiniti richiedono poco carico aerodinamico, ma le curve Porsche ne vorrebbero tanto, così come le tante frenate complicate. Inoltre, il tempo può essere molto caldo come freddo e piovoso. Da non sottovalutare, poi, l’assenza di termocoperte o scaldoni nel WEC. Le gomme, soprattutto di notte, sono a temperatura ambiente una volta usciti dai box, praticamente ghiacciate per quanto serve nelle corse. Occhio perché è facilissimo commettere errori.
NASKA-TEAM
Non resta che scoprire chi parteciperà a questa 24 ore di Le Mans. Quali saranno i protagonisti da tenere d’occhio. Se volete seguire la corsa, ma non conoscete il WEC, prestate molta attenzione. E se i nomi vi risulteranno sconosciuti… beh, quale momento migliore di questo per farsi un’idea?
Partiamo dalla classe LMP2! I prototipi sono meravigliosi, con telai Oreca che, se non strozzati dal regolamento, potrebbero andare forte quasi come queste Hypercar. I motori sono V8 Gisbon che cantano da paura. Da tenere d’occhio, in questa classe, qualche team interessante. Per esempio, IDEC Sport, che l’anno prossimo sarà chiamata a gestire il programma Genesys di Hyundai. Quest’anno partecipano per affinare le procedure e hanno tra loro Andrè Lotterer, una delle leggende di Le Mans. Occhio anche a United Autosport che è di proprietà di Zak Brown, e potrebbe essere la testa di ponte di McLaren nel 2027.
In LMGT3, qui vi cito qualche team di vertice che parte favorito, ed è anche un’occasione per spararvi qualche foto di meraviglie. VISTA AF Corse con la Ferrari 296 GT3; TF Sport con la Cadillac; Manthey Racing con la Porsche; ancora United Autosport con McLaren; Iron Lynx con Mercedes e, infine, la Proton con le mitiche Ford Mustang.
La classe regina è stra-piena di nomi di livello, tantissimi piloti ex Formula 1.
Partiamo da Ferrari che schiera tre 499P. La 50 dei vincitori in carica, Fuoco-Molina-Nielsen. La 51 di Giovinazzi-Pier Guidi-Calado, entrambe rosse. La 83 gialla per Kubica-Ye-Hanson. Attenzione alla Porsche, che arriva a Le Mans con tre protitipi 963 gestiti da Penske, la 4, la 5 e la 6. Occhio a piloti come Estre, Vanthoor, Jaminet e Campbell ma soprattutto occhio alla numero 4, che arriva dalla IMSA con Nasr, Tandy e Wherlein come Guest Star dalla Formula E. Pericolosissimi.
Grande livello anche per Cadillac con Jota e le due auto dalla IMSA per Whelen e WTR. Clamoroso, per esperienza e velocità, lo squadrone della Cadillac numero 38, con Bamber, Bourdais e Jenson Button. Grandi piloti anche per Peugeot, come Duval, Vergne, Vandoorne e Di Resta.
Attenzione a Toyota, la squadra più esperta e quindi furba nelle strategie, con le macchine dipinte come la GR010 che vi ho raccontato in un video e si soliti campioni sulla 7 e sulla 8: Buemi, Kobayashi, De Vries, Hartley, Hirakauwa e Conway. Meno conosciuti, invece, i nomi al volante dell’Aston Martin che per adesso punta a fare chilometri.
Occhio, infine, a due team che avranno solo due monoposto. Alpine e BMW, ultimamente in grande forma. E anche qui, parliamo di piloti di livello clamoroso: Mick Schumacher, Makowiecki, Milesi, Gunon sull’Alpine, e nomi come Magnussen, Rast, Van Der Linde, Frinjs e Dries Vanthoor sulla BMW. Ma soprattutto, sulla BMW numero 15 corre il mio amico Raffaele Marciello: buona fortuna Lello!
NASKA-MEMORY 2
Un PreGP, per quanto speciale, non si può chiudere se non con una memoria. E stavolta non vi racconto io la corsa ma vi do un compito per prepararvi ancora meglio alla magia della 24 ore di Le Mans. Soprattutto se non la conoscete.
Guardate il documentario Truth in 24 II – Every Second Count. Racconta l’edizione 2011 dal punto di vista Audi. Partivano con tre macchine. La numero 1 e la numero 3 erano perse dopo nemmeno 10 ore di gara. Ma soprattutto, erano state perse in due incidenti terribili, di cui uno con la macchina finita in mezzo al bosco di notte.
Come andò a finire per la numero 2 dovete scoprirlo voi.
Su una cosa potete stare certi: l’edizione 2025 della 24 ore di Le Mans regalerà tante emozioni, come fanno tutte le gare di questo WEC stupendo e combattutissimo.
Ora che siete esperti, godetevi a pieno la magia della corsa più speciale dell’anno.
Come dite…?!? Perché non faccio l’indovi-Naska?!?
Ve l’ho detto. Perché sceglie Le Mans chi vince. Solo e soltanto Le Mans.
Alberto Naska e Luca Ruocco
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