Come finisce il Mondiale Piloti?!?
Chi diventa Campione del Mondo tra Piastri, Norris e Verstappen?
Daremo una risposta in questo PreGP di Austin, ma non sentirete solamente la mia opinione.
Sentirete anche la VOSTRA! Perchè avete votato anche voi.
E poi, come al solito nel PreGP, studieremo la pista, capiremo perché sulla carta è talmente negativa per la Ferrari… che magari andranno bene, parleremo di tribunali, calcoli, Sprint…
Insomma, partiamo subito con l’argomento del momento in vista di Austin, e facciamolo grazie al Naska-Hype.
NASKA-HYPE
Lunedì pomeriggio vi ho chiesto su Instagram chi, secondo voi, vincerà il Mondiale Piloti 2025. Avete risposto in oltre 36.000, e ho qui gli esiti del sondaggio, pronti per essere svelati.
Vi ricordo, però, che ad Austin inizierà l’ultimo quarto della stagione 2025. 6 gare in 8 settimane: non sono poche, e arriveranno tutte d’un fiato, senza pause.
E in questo filotto di gare, dato che a Singapore la McLaren ha concluso la formalità del Mondiale Costruttori, conterà solo una cosa: il Mondiale Piloti.
Se lo giocheranno in tre: Oscar Piastri, Lando Norris e Max Verstappen.
Seguirò questo esatto ordine e approfitterò dei risultati del vostro sondaggio per parlarvi un po’ di ognuno di questi piloti. Come arriva ad Austin? Carico, scarico, preoccupato… oppure convinto di vincere?
Alla fine, vi darò anche le mie percentuali.
OSCAR PIASTRI – FAN: 48%
Quasi la metà di voi è convinta che il Mondiale Piloti lo vincerà Oscar Piastri. Direi che è la scelta safe, e anche quella più logica.
Ha una McLaren che è un missile. E su questo, non ci sono dubbi, hanno tipo ventimila punti in più degli altri nel Costruttori. Insomma, sulla carta, il Mondiale Piloti è color papaya. E dato che Oscar ha 22 punti di vantaggio su Lando, è chiaramente il favorito.
Però, però… seguite questo mio ragionamento. Torniamo dalle vacanze estive e si corre a Zandvoort. Pista super favorevole a Norris. Lando vola nelle libere, poi Oscar studia i dati e piazza la zampata in qualifica. Pole Position.
Arriva il giorno della gara e Piastri domina. Sfrutta la Pole, sfrutta l’aria pulita, e anche se Norris quando ha strada libera mostra un pelo di passo in più, Oscar controlla la corsa e gestisce alla grande le tante ripartenze.
Poi Norris spacca. E una vittoria meritata, costruita sul guizzo in Q3, si trasforma in un piccolo trionfo per Piastri. 25-0 in qualifica, Norris rispedito a oltre 30 punti di distacco. Tutti, in quel momento, abbiamo pensato che Piastri avesse il controllo della situazione. Mondiale finito.
Eh no, proprio per nulla. Sono arrivate Monza, Baku e Singapore. E Piastri non è più sembrato lo stesso. Come se la tensione di dover gestire il vantaggio lo avesse mandato in tilt. Da quel momento, gli è venuto il braccino, come ai tennisti quando servono sul 40-0.
A Monza, su una pista dove stavolta era lui ad essere favorito, Piastri le ha prese da Norris. Poteva finirgli davanti per il pit-stop lento di Lando, ma sono arrivate le papaya rules. A Baku, weekend da incubo per Oscar, in parte annullato da Norris che rimane imbottigliato nel traffico dopo un brutto Q3. A Singapore Piastri si riprende in qualifica, ma in gara subisce il sorpasso cattivo di Norris al via e stacca la spina.
Mi seguite? A Monza la squadra prende una decisione controversa contro di te, a Baku vai nel pallone, a Singapore per la prima volta mostri di aver perso le staffe alla radio…
Ultimamente, Piastri non ha solamente perso dei punti. Sembra un po’ in difficoltà, come se percepisse che la squadra non si è compattata dietro di lui, dopo Zandvoort. Come se per la McLaren, Norris sia sempre rimasto in gioco. Magari si aspettava una situazione diversa.
Sono solo suggestioni, per carità, ma la pista ci ha mostrato un Oscar meno brillante di quanto visto finora. E dato che Piastri non è un pilota lento, per nulla, qualcosa nella sua testa deve essere cambiato. Deve sentire una pressione che fino a questo momento non sentiva. Sarà solo il Mondiale?
Chissà. Intanto, tra Singapore e Austin sono emersi i primi dettagli del processo che vede McLaren contro Alex Palou. Ve ne avevo parlato in un video dedicato, qui vi interessa solo sapere che McLaren vuole una compensazione di 20 mln$ da Palou. Perché? Facciamola extra-breve, perché Palou ha stracciato il contratto con McLaren per correre in Indycar nel 2024, ed è rimasto a correre per Ganassi.
Ma perché mai Palou si è comportato così? Lui sostiene che McLaren, nel 2022, quando lo convinse a firmare il contratto, gli avesse prospettato un sedile in F1. Proprio il sedile di Piastri. E quando Piastri è stato annunciato, Zak Brown avrebbe detto a Palou: non ho scelto io Piastri. Lui è un pilota di Andreas Seidl. Nel 2023 vi confrontiamo e se Piastri va male, potrete giocarvi il sedile 2024.
Peccato che Andreas Seidl fosse il Team Principal nel 2022. Ora non lo è più, c’è Andrea Stella. Quindi, pensate alla faccia di Piastri quando ha letto la notizia che riportava la deposizione di Palou in tribunale.
Ti stai giocando il Mondiale e scopri che il tuo grande capo – se ti va bene – usava il tuo sedile come una carota per attrarre Palou in Indycar… se ti va male, non si fidava di te dall’inizio e non eri la sua prima scelta.
Mettete questo assieme alle Papaya Rules che sorridono sempre a Norris e… mmmh, bruttina la situazione per Piastri, no?
LANDO NORRIS – FAN: 13%
Pochissimi di voi credono in Lando Norris. Nessuno, praticamente. Speriamo che lui ci creda di più nel Mondiale.
A Singapore lo abbiamo visto finalmente aggressivo, molto più di quanto siamo abituati, ma sappiamo che Norris è un pilota molto forte. È velocissimo in qualifica, è bravissimo a gestire le gomme in gara, e se la cava anche nei duelli.
Il problema di Lando è la costanza. E non tanto la costanza di prestazioni, perché è sempre veloce. Parlo più di una costanza nella ferocia, di non sbagliare per tante gare di fila. C’è sempre l’errorino in qualifica, la partenza sbagliata, la gara dove non affonda il sorpasso…
Attenti perché ha pochi punti di distanza da Piastri e tante gare per recuperare. E nelle ultime tre, di riffa o di raffa, ha sempre ricucito parte del gap.
Quindi occhio a sottovalutare Norris.
MAX VERSTAPPEN – FAN: 38%
Chi di voi è veloce a fare i calcoli era già arrivato a questa risposta, ma ragazzi, mi ha sorpreso quanti di voi sono convinti che Max Verstappen ce la faccia davvero. È incredibile, quasi 4 su 10. E ha 63 punti di distacco!
Sono due gare e mezzo di distacco a sei gare dalla fine!
Su Max Verstappen non c’è tanto di cui parlare. Finisce che mi ripeto sempre. È un fenomeno, è fortissimo, se c’è uno che può farcela è lui. Della Red Bull ad Austin parleremo nel Naska-Track.
Quindi, vi ho preparato qualche bella tabellina per capire quanto è difficile l’impresa che attende Max. Un’impresa fattibile o no?
Partiamo da uno scenario realistico.
Verstappen vince ad Austin, Las Vegas, Qatar e Abu Dhabi. Per noi, sono le piste dove la Red Bull aggiornata potrebbe essere la miglior macchina. Qatar e Abu Dhabi sono un po’ tirate, ma saremo alla fine, sale la tensione e viene fuori il pilota. In questo scenario favorevole, ma realistico, Norris e Piastri si dividono le altre due vittorie e poi arrivano a podio o al massimo quarti, magari in Qatar dove non si passa e si infila la Mercedes di Russell al secondo posto. Vanno davvero male solo a Las Vegas, che per la McLaren dovrebbe essere molto complicata.
Ecco, in questo scenario, Max riesce a recuperare Norris ma Piastri rimane lontano. Vince il Mondiale Oscar con 19 punti di vantaggio.
Passiamo quindi allo scenario Max.
Quello nel quale Max riesce a vincere con il minimo cambiamento possibile rispetto alla situazione precedente. Ossia, in Brasile piove, la McLaren gli finisce dietro in gara, e tac, Max passa da 3° a 1°, soffia la vittoria a Piastri ed è Campione del Mondo per la quinta volta.
Rimane una situazione complicata. Max deve vincere sempre tranne che in Messico e nella Sprint in Brasile, dove arriva 2°. Norris deve faticare e Piastri fa un solo 2° posto, ad Abu Dhabi. McLaren non fa schifo ma, insomma, sarebbe un’impresa e comunque richiede che Mercedes e Ferrari… LOL… mettano i bastoni tra le ruote a McLaren. Soprattutto a Las Vegas.
Un altro scenario interessante, per farvi capire quanto è complicata la sfida che attende Max, è lo scenario zero.
Immaginiamo che le McLaren si scontrino a Città del Messico, dove in partenza può succedere di tutto… nonostante un 25-0 su entrambi i papaya, Max perde lo stesso. Non gli basta vincere sempre tranne che nella Sprint in Brasile, dove arriva 2°, e nella gara sempre in Brasile, dove mi aspetto le McLaren imbattibili e allora fa 3°.
A Piastri basta vincere a Interlagos, poi viaggiare tra il podio e il quarto posto e comunque rimane avanti di un punto. Certo, deve andare meglio del previsto a Las Vegas per le McLaren, dato che ora Norris è 3° e Piastri 4°, ma a Monza sono andati forte, mica erano dietro le Ferrari.
E qui arriva la nostra ultima tabella. Lo scenario Sprint. Perché, se è vero che nello scenario con gli zero Max rimane dietro a Piastri, dovete comunque stare attenti a un dettaglio. Rimane dietro solo di un punto. E allora, basta cambiare la posizione di Piastri nella Sprint in Qatar, giusto per fare un esempio, metterlo 4°, magari dietro alle due Mercedes o a una Ferrari che incomprensibilmente si sveglia… e tac, arrivano a pari punti e Max vince il Mondiale per maggior numero di primi posti.
Perciò, tutti questi scenari ci hanno fatto capire che:
– Piastri ha un grande vantaggio. Può permettersi di gestire, a patto che Verstappen vinca la maggior parte delle gare e quindi dia fastidio a Norris.
– Le McLaren possono anche permettersi uno zero, più Piastri di Norris, ma devono stare attenti alle Sprint. Ci sono tre Sprint, un totale di 24 punti se le vinci tutte, come una gara in più. Quindi, saranno decisive anche le corse del sabato.
– Verstappen deve vincere quasi sempre per avere una speranza seria, ma bastano quattro vittorie per mettersi in una posizione nella quale Piastri non può sbagliare.
– Le Mercedes e, con un po’ meno di convinzione, le Ferrari, saranno gli arbitri della rimonta di Max. Se tolgono punti alla McLaren, si può davvero riaprire tutto, già da Las Vegas.
Quindi, le mie percentuali sono:
PIASTRI [60%] – NORRIS [30%] – VERSTAPPEN [10%]
NASKA-TRACK
Naska-Track dedicato alla stupenda pista di Austin, uno dei più bei circuiti moderni sui quali corre la F1.
Due le caratteristiche più importanti: i bump, le tante ondulazioni dovute al terreno argilloso sul quale è costruita la pista, e la completezza del disegno. Ad Austin c’è di tutto.
Il primo settore si apre con lo stupendo tornante in cima a una salita da montagne russe. Poi ci si tuffa verso le Esse che ricordano Suzuka o Silverstone, ma hanno un loro carattere. Prima sono velocissime, poi più lente.
Il secondo settore è composto dall’ultimo tratto del serpentone, quello più lento, da un piccolo allungo che porta a un tornante, da un infinito rettilineo e da una staccata fortissima dove ci sono tanti sorpassi, e dove l’anno scorso ci fu lo scontro tra Norris e Verstappen.
Il terzo settore è composto da una serie di curve lente, dove si può molto giocare con le traiettorie, da una lunghissima curva a destra che si fa in pieno e dalle ultime due pieghe. Curva 19 è cieca, in contropendenza e a media velocità. È uno dei tratti più difficili dell’intero Mondiale, infatti occhio ai track limits. L’ultima curva è molto larga in ingresso, bisogna preparare bene l’uscita, occhio a non farsi prendere dalla frenesia in qualifica.
Austin, quindi, è una pista ultra-completa, molto selettiva, e molto dura sulle gomme. Aggiungeteci il format Sprint e la scelta delle Mescole Pirelli, che porterà il salto mescola, con le C1 come Hard, poi C3 Medie e C4 Soft, e per le squadre l’intero weekend sarà una sfida.
Farà molto caldo, sarà difficile trovare l’assetto giusto e sarà altrettanto difficile controllare le gomme in gara.
Attenzione anche alla qualifica, che è importante a metà. La prim a curva è talmente particolare che, nelle ultime 9 partenze, solo tre volte chi scattava in Pole Position ha mantenuto la testa della corsa dopo la prima curva. Tutte le altre occasioni, è passato 1° il 2° pilota in griglia, tranne l’anno scorso che è sfilato davanti a tutti Leclerc, che addirittura partiva 4°.
Mi aspetto una Red Bull in grandissima forma. A Austin serve efficienza nel veloce, e l’hanno sempre avuta, e anche un buon equilibrio che hanno trovato ultimamente. McLaren dovrebbe giocarsi la vittoria, soprattutto nella gara lunga con il consumo delle gomme, ma occhio perché hanno paura del rettilineo, della frenata con i bump e delle curve lente del terzo settore. Parole di Stella, non mie. Per Mercedes sarà una grande prova, dato che alla macchina non piacciono le curve veloci che mettono tanta energia nelle gomme: se vanno forte anche a Austin, l’ala anteriore nuova è un vero miracolo.
Per Ferrari… con tutti quei bump, e la necessità di girare alti, Austin sulla carta dovrebbe essere un disastro. Ma, attenzione. C’è la Sprint, quindi tanto tempo per studiare il set-up e il consumo della tavola. E c’è una pista che è molto varia. E dato che la Ferrari non eccelle in nessun fondamentale, l’equilibrio potrebbe aiutare. Storicamente, poi, la Ferrari negli ultimi dieci anni è sempre andata forte a Austin, nel limite delle possibilità di ogni anno. Considerate che, nell’era ibrida, si sono presi due Pole Position e una doppietta l’anno scorso.
Insomma, Leclerc e Hamilton partono talmente battuti che magari vanno bene.
A centro gruppo, occhio alla VCARB e soprattutto alla Haas, che dovrebbe portare un aggiornamento importante.
NASKA-MEMORY
Naska-Memory che non può non essere dedicato all’ultima vittoria di Kimi Raikkonen in F1.
Siamo nel 2018, ormai il Mondiale Piloti è andato per Vettel, anche il Costruttori è messo male, ma Austin è una buona possibilità per la Ferrari.
Da Maranello arriva un nuovo fondo che elimina le modifiche del Paul Ricard, torna indietro con i concetti, e funziona benissimo. Vettel e Raikkonen sfiorano la Pole. Seb partirà 5° per una penalità presa durante le libere.
Così, in 2° posizione di fianco ad Hamilton, si schiera Raikkonen. Kimi non vince una gara dal 2013, in Australia.
Parte benissimo sfruttando le gomme Ultrasoft viola, mentre gli altri usano le Supersoft rosse. Kimi affianca Hamilton, lo passa e si invola. Dietro, Vettel battaglia con Ricciardo ma si gira, per la terza volta in cinque gare.
Più indietro, Verstappen va fortissimo. Max parte 18° con le Soft, le gialle dell’epoca, e rimonta velocissimo. Al 7° giro e già 5°, e poco 4° quando Ricciardo si ritira con la Power Unit Renault KO.
Durante la Virtual Safety Car per recuperare la Red Bull, Raikkonen finta di rientrare ai box, poi rinuncia, così Hamilton fa il contrario e si fionda a mettere altre gomme Supersoft. Farà una strategia su due soste.
Siamo al giro 9 su 56. Kimi ha le gomme morbidissime ma resiste fino al giro 21, quando Hamilton lo riprende e lo attacca. Raikkonen si difende alla grande, gli fa perdere tanti secondi e quando si tuffa ai box per mettere le Soft, capisce di aver fatto scacco matto.
Hamilton rientra al giro 38, Raikkonen sfila in testa e dietro di lui c’è anche Verstappen, che ha completato la rimonta. La Mercedes rientra in pista 3°, con troppi pochi giri per recuperare e un Max di mezzo.
A tre giri dalla fine Hamilton attacca Verstappen ma non riesce a passarlo. Kimi, davanti, controlla fino alla fine e va a vincere, esclamando alla radio un solenne: fu**ing finally!
2° Verstappen, 3° Hamilton che non vince ancora il Mondiale matematicamente perché Vettel negli ultimi giri risale 4° davanti a Bottas.
Gli uomini della Ferrari sono felicissimi per Kimi. Lui… è così sul podio.
Che idolo.
INDOVI-NASKA
Complimenti a Polloroz, DottorP e tutti coloro che hanno azzeccato le risposte del NaskaQuiz.
Prima di passare all’Indovi-Naska, gli orari italiani del weekend di F1.
Libere 1 alle 19.30 di venerdì, qualifiche Sprint alle 23.30. Gara Sprint alle 19.00 di sabato, qualifiche alle 23.00, e gara alle 21.00 di domenica.
Il mio podio è… Verstappen, Norris, Piastri.
Alberto Naska e Luca Ruocco
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