Il Mondiale Piloti 2025 è il più divertente degli ultimi anni.

Tensione, emozioni, dispetti tra le squadre, la rimonta di Max Verstappen, il duello tra Norris e Piastri…

Eppure, le gare sono noiose. Vince chi parte dalla Pole Position. La partenza decide tutto, o quasi tutto. Le strategie sono sempre uguali: sosta singola e via andare.

Insomma, campionato stupendo, campionato combattuto, tensione alle stelle ma… gare noiose. Perché succede?!?

Parleremo di questo e molto altro nel PreGP!

Scopriremo i segreti di una pista molto particolare, vista l’altitudine di Città del Messico, tenteremo di capire quali monoposto possono adattarsi meglio, ci chiederemo se la Ferrari può di nuovo puntare al podio e… vi racconterò di quella volta in cui vinse il Gran Premio un pilota che le gomme non le cambiò mai!

Mettetevi comodi perché si parte!

NASKA-HYPE

L’idea alla base dell’argomento del Naska-Hype, quindi le gare noiose dentro un campionato stupendo, nasce dalle parole di George Russell dopo il Gran Premio di Austin.

Ve le leggo tutte, poi ci ragioniamo assieme. George ha detto così: ‘’ora come ora, la F1 è una gara verso curva 1. Non c’è degrado gomma, e nella top6 ci sono tre decimi di passo tra il migliore e il peggiore. Normalmente, hai bisogno di mezzo secondo per superare. Se fossi uscito da curva 1 terzo, sarei sul podio. Sono uscito sesto, sono arrivato sesto. Non mi ricordo nemmeno l’ultima gara a due soste. Le gomme pirelli sono molto buone ma creano brutte gare. Non c’è degrado, e se non c’è degrado non ci sono sorpassi. Pirelli sarà sempre criticata, se fa gomme che degradano la gente si lamenta. Ma quando non ce n’è, la gara è noiosa. L’ideale sarebbero gomme che ti fanno spingere per 15 giri, poi crollano. Facile a dirsi, difficile a farsi.’’

Ha detto tutto lui, in realtà. Ma proviamo ad andare con ordine.

Partiamo dall’ultima parte delle sue dichiarazioni e andiamo a ritroso. Le gare noiose del 2025 son colpa di Pirelli? E poi, sono davvero così noiose?

È indubbio che le ultime gare siano state noiose. Prendiamo come riferimento la sosta estiva. Da Zandvoort a Austin ha sempre vinto chi è partito in Pole Position. E non possiamo ricondurre tutto alle piste dove non si sorpassa: la F1 ha corso su piste veloci, piste lente, piste con i curvoni, con freddo, caldo, vento…

Insomma, il trend è abbastanza netto.

Di chi è la colpa? È di Pirelli che porta gomme troppo dure?

Se volete approfondire vi ricordo che abbiamo fatto una puntata del Naska-Tech show con Mario Isola di Pirelli.

Ma stiamo su Russell. Secondo lui le gare noiose son colpa delle gomme Pirelli.

Per George, la soluzione sarebbero gomme che ti fanno spingere 15 giri alla morte, poi crollano all’improvviso. Evitiamo fraintendimenti: è pura utopia. Non può esistere una gomma del genere, a meno che non metti un omino pirelli con un telecomando che al 15° giro schiaccia un tasto e scoppia una boccetta di acido e la gomma si scioglie. Mmmh…allora facciamo gomme delicatissime come quelle del 2012, che degradavano tantissimo e crollavano! Non è così semplice, perchè basta spingere meno, gestire il passo, la gomma non crolla, fai meno soste e vinci la gara. 

Sì, perché alla fine il segreto per vincere è sempre quello: fare meno soste. Altrimenti, gli strateghi delle squadre non farebbero di tutto per impostare le gare sulla singola sosta. Meno pit-stop vuol dire meno tempo perso in pit-lane, meno rischi di problemi durante il cambio gomme, meno rischi di finire bloccato nel traffico…

Però, cavolo nel 2025 in effetti le gomme non degradano…Ma perché?

Accade per un motivo molto semplice: la gomma Pirelli, esattamente come le monoposto, si è evoluta. È diventata più robusta, per reggere il maggior carico aerodinamico, ed è migliorata nelle prestazioni vere e proprie.

Ad esempio, nel 2024 vedevamo spesso il graining, quest’anno è quasi scomparso.

Inoltre, le squadre conoscono benissimo le Pirelli da 18’’. Ci corrono da quattro anni. Ormai, hanno un database enorme che le aiuta a capire quanto spingere, come spingere, come ottimizzare gli assetti…

E grazie a tutte queste conoscenze, le squadre riescono a gestire la gara per puntare alla sosta singola. Ma perché tutti puntano così tanto alla singola sosta? Non solo per il tempo risparmiato, ma soprattutto perché, come sempre, è difficilissimo sorpassare.

Il vero problema delle gare 2025 non sono tanto le gomme. Sono i sorpassi. Ormai, le monoposto a effetto suolo producono talmente tante turbolenze che seguire da vicino è difficilissimo. E se è difficilissimo seguire un avversario, figuratevi sorpassarlo. E questo spinge ancora di più gli strateghi verso la singola sosta! Se non puoi sorpassare, non devi finire nel traffico, quindi meglio non fermarti.

Quindi, no! Non è tutta colpa di Pirelli e delle sue gomme che degradano poco!

I più esperti di voi potranno controbattere dicendo: Naska, Pirelli ad Austin ha portato come mescola Hard la C1, mescola Media la C3 e Soft la C4. Quindi, ha saltato una mescola. Questo doveva differenziare le strategie, ma non ha funzionato, hanno quasi tutti scelto la singola sosta con Soft e Medie.

Allora vedete, è tutta colpa di Pirelli?

Ancora una volta, no. Pirelli non può controllare il meteo. Vi spiego: venerdì, il vento era moderato e il grip della pista abbastanza buono. Nelle libere 1 la mescola C1 funzionava molto bene. Domenica c’era molto caldo e il vento era forte. Risultato? Grip della pista basso. E il grip basso ha messo in crisi la mescola Hard, che scivolava tanto e non si accendeva mai, quindi era lentissima.

Appena le squadre se ne sono accorte, hanno re-impostato le strategie per usare solo la Soft e la Medie, gestendo tantissimo il passo. Per colpa del solito motivo: superare è difficile, quindi è meglio andare più lenti e ridurre il numero di soste. Avete capito bene: andare piano! In una gara di Formula 1!!

Pensate che la gara è stata talmente lenta che il muretto dell’Alpine è rimasto fregato. Ricordate che hanno chiesto a Colapinto di non superare Gasly, anche se si stavano giocando il penultimo posto? Vi è sembrata strana come richiesta, vero? Ordini di squadra per un merdesimo posto? Perchè? Semplice, per colpa della gara lenta….e che c’entra? C’entra che Alpine stava finendo la benzina!! Perchè la gara durava più del previsto! E allora stavano cercando di farsi doppiare da Verstappen in modo da fare un giro in meno di gara!! Per quello non volevano lotte tra i due piloti!

Ormai le squadre conoscono talmente bene le gomme, che qualunque scelta di mescola alla fine non cambia nulla.

In Messico vedremo di nuovo il salto mescola, stavolta però con dei compound diversi. C2, hard, C4 media, C5 soft. Però, dato che tra C4 e C5 c’è uno step più grande che tra C3 e C4, forse stavolta vedremo qualche differenza in più nella scelta delle gomme.

In Messico si va sempre sulla singola sosta, perché superare è quasi impossibile, ma magari avere una Soft mega veloce spingerà qualche pilota avventuroso sulla doppia sosta che evita la Hard, o magari un pit-stop mega anticipato o mega-ritardato.

Sia come sia, non può essere tutta colpa delle gomme se le gare sono noiose.

Che poi, sono davvero noiose? Va un po’ a gusti. Sicuramente una corsa come Baku o come Singapore è veramente noiosa.

Però, prendiamo Austin. La lotta tra Norris e Leclerc è stata così noiosa? Non mi sembra. È stata molto intensa e ha catturato l’attenzione per gran parte della gara.

Ma soprattutto, abbiamo un campionato spettacolare tra le mani! E questo conta tantissimo!

La lotta mondiale sarà davvero interessante.

Vi riporto alla mente il 2021. Il mondiale più bello della storia, l’anno del grande duello tra Hamilton e Verstappen. Le gare erano spettacolari? Non sempre. Anzi, lo erano raramente. Jeddah fu bellissima con la lotta tra Lewis e Max. Ma il Qatar fu devastante, una palla mostruosa, Hamilton primo che scappa via e nessuno si ricorda quella gara. Stessa  cosa tra Austin e il Messico: Austin fu super combattuta, anche se Max e Lewis non si sorpassarono mai, ma fu comunque mega intensa. In Messico, invece, Max sverniciò tutti all’esterno di curva 1, scappò via e addio divertimento.

Eppure, quel campionato lo ricordiamo come un campionato stupendo. Lo stesso vale per il 2010. Le gomme Bridgestone non degradavano, le gare erano noiosissime, ma l’intensità della sfida tra cinque piloti che si giocano il campionato da marzo a novembre rese tutto fantastico.

E anche il 2012, con le Pirelli di burro e 7 vincitori diversi nelle prime 7 gare… non so quanti lo ricordano, ma a fine campionato le gare non erano sempre divertenti.

Lo ricordo solo io Vettel che ne vince quattro di fila senza avversari? Qualche volta succedeva di tutto, come ad Abu Dhabi, ma anche nel 2025 capitano le gare pazze tipo Silverstone. Ma per il resto davanti non succedeva nulla.

Voi, da che parte state? Preferireste un campionato di gare divertenti per un mondiale poco combattuto, o preferite la tensione della sfida tra Verstappen e le due McLaren?

Volete gomme che si degradano e tre pit-stop a gara, o preferite un duello di tanti giri intensi come la sfida tra Norris e Leclerc a Austin?

NASKA-TRACK

Naska-Track nel quale vi racconto una delle piste più assurde del calendario di F1.

L’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico.

Partiamo dal disegno della pista che è molto semplice, quasi banale. Abbiamo un lunghissimo rettilineo iniziale, ma proprio mega ultra-lungo, dove si raggiungono le velocità più alte di tutto il campionato. Il perché lo capiremo tra poco.

Si stacca fortissimo e si affrontano le prime tre curve, tu tte di fila, una sorta di doppia chicane. Altro lunghissimo rettilineo e finisce il primo settore. Di nuovo quattro curve lente e molto strette, poi un breve allungo e una doppia esse che è l’unico punto veloce del tracciato.

Veloce ma non velocissimo. La prima esse è a media velocità, la seconda un pelo più rapida ma nulla di paragonabile ad Austin o Silverstone.

Altro breve allungo e inizia il terzo settore, molto scenografico perché si entra dentro un vecchio stadio da Baseball, si affronta una sorta di tornante che si piega tutto su sé stesso lentissimo, poi si passa sotto la tribuna e si affronta in accelerazione l’ultima curva, che in realtà è la seconda metà della mitica Paraltada, la parabolica che riportava i piloti sul rettilineo di partenza nel circuito degli anni ’90.

Fosse solo per il disegno, Città del Messico sarebbe uno dei tracciati più semplici del calendario.

Ciò che cambia tutto è l’altitudine. La capitale del Messico è a 2250 metri sul livello del mare. Come se corressero in alta montagna in Italia.

Quindi, l’aria è il 25% meno densa. Ma aria meno densa vuol dire meno massa d’aria a parità di volume. Ci sono meno molecole. E questo che conseguenze ha?

La prima riguarda il raffreddamento. C’è meno aria per raffreddare i freni, per scambiare calore con i radiatori… e allora, vedrete i cofani delle monoposte super aperti. Come la Ferrari l’anno scorso, che aveva una scultura da museo d’arte moderna sulle pance.

L’altra conseguenza è il carico aerodinamico. Le ali lavorano con meno aria, quindi producono meno carico. Perciò, si usano gli alettoni di Monaco che però producono il carico aerodinamico delle ali super sottili di Monza!

Questo significa che c’è pochissimo carico, quindi la macchina scivola tantissimo, soprattutto nelle curve lente, ma anche pochissima resistenza all’avanzamento, e quindi si va fortissimo nei rettilinei.

A tutto questo dobbiamo aggiungere che il Messico, vista l’aria rarefatta, impone un lavoro molto delicato al turbo della Power Unit, che è sollecitato come non mai, deve lavorare tantissimo per tirare fuori gli stessi cavalli di sempre. Nessuno dei motori va in crisi, ormai, neanche la Power Unit Ferrari, ma è comunque una sfida e un pericolo per l’affidabilità.

Perciò, il Messico è molto complicato per gli ingegneri.

Bisognerà risolvere tutti i problemi legati all’aria rarefatta, anche con pezzi studiati ad hoc. Inoltre, in gara è difficile proteggere le gomme posteriori, dato che si scivola tanto, mentre in qualifica è complicato mettere in temperatura le gomme anteriori.

Mi aspetto una Red Bull molto forte al sabato, mentre McLaren potrebbe soffrire un po’ di più i tratti lenti e tortuosi, dato che le curve sono secche. Alla domenica, invece, i ruoli dovrebbero invertirsi, con McLaren che gestisce benissimo le gomme. Attenzione però al traffico: in Messico è difficilissimo seguire da vicino gli avversari, perché la monoposto si surriscalda e si scivola ancora di più. Quindi, la qualifica e la partenza, con il lunghissimo rettilineo prima dell’imbuto di curva 1, conteranno tantissimo.

Mercedes è imprevedibile, come al solito, mentre mi aspetto forte la VCARB a centro gruppo e anche Aston Martin, che con il pacchetto da altissimo carico si trova bene.

E Ferrari? Non abbiamo ancora parlato dell’asfalto, che è molto liscio. E se mettete assieme asfalto liscio e poco carico aerodinamico, avete una pista dove è abbastanza semplice girare molto bassi. Questo sulla carta aiuterà Ferrari. Però occhio perchè a Singapore se vi ricordate hanno esploso i freni. E qui dove è difficile raffreddare…speriamo di non vedere il festival del LiCo.

L’anno scorso azzeccarono perfettamente il bilanciamento per fare la Pole Position e girare in aria libera con Sainz, mentre Leclerc che era nel traffico soffrì di più con i freni.

Vedremo  anche se i passi in avanti di Charles con l’assetto ad Austin porteranno dei benefici anche in Messico.

NASKA-MEMORY

Naska-Memory davvero velocissimo sull’edizione 1990 del Gran Premio del Messico.

Siamo neanche a metà stagione, ai tempi si correva a giugno in Messico, e Senna con la McLaren sta controllando il Mondiale. Prost, passato alla Ferrari, ha iniziato la stagione bene ma non benissimo.

In Messico, però, il Professore è pronto al colpaccio. Passa tutte le prove libere a sviluppare l’assetto da gara. Non fa nemmeno un giro spinto. Si qualifica 13°, a 1’’8 dalla Pole Position della McLaren di Berger, a 1’’4 da Senna che è 3° e a 1’’3 da Mansell che è 4° con l’altra Ferrari.

Prost è completamente pazzo. Non rimonterà mai…

E invece, dopo qualche giro di gara, si capisce che Prost ha il ritmo migliore di tutti. Supera pian piano tanti avversari, mentre tanti altri si fermano ai box per cambiare le gomme. Berger, addirittura, deve farlo dopo solo 13 giri su 69. Le Ferrari, invece, proveranno a completare tutta la corsa sullo stesso treno di gomme.

Passano i km e Prost rimonta sempre di più. A 15 giri dalla fine raggiunge Mansell e lo passa. Poco più avanti c’è Senna, anche lui primo e anche lui che prova a non fermarsi mai. Alain lo punta, lo raggiunge, lo studia e lo passa!

Senna è in crisi con le gomme e a pochi km dal traguardo fora e si deve ritirare. Alain, davanti, va a vincere la gara che, molti anni dopo, descriverà come la più bella della sua vita.

In effetti, fu l’essenza del Professore: studiare i dati, perfezionare l’assetto, fregarsene delle qualifiche e piazzare la zampata in gara. Prost è uno dei piloti più sottovalutati di sempre.

E il resto del podio? Beh, Berger raggiunge Mansell negli ultimi giri, lo passa, ma il Leone non ci sta e controbatte con un sorpasso all’esterno della Peraltada che è tra i più belli della storia delle corse.

Doppietta Ferrari, Berger 3° con l’altra McLaren, Mondiale riaperto grazie al ritiro di Senna.

INDOVI-NASKA

Prima di passare all’Indovi-Naska, gli orari italiani del weekend di F1.

Libere 1 alle 20.30 di venerdì, libere 2 a mezzanotte. Nelle libere 1 vedrete tanti rookie per lo scambio di sedile con i piloti titolari imposto dal regolamento. Occhio perché Verstappen lascerà la sua Red Bull a Lindblad, mentre Antonio Fuoco girerà con la Ferrari di Hamilton.

Libere 3 alle 19.30 di sabato, qualifiche alle 23.00, gara alle 21.00 di domenica.

Il mio podio è… Verstappen, Leclerc, Hamilton.

Alberto Naska e Luca Ruocco