È il weekend della samba per la F1!!!

Si ritorna a correre a Interlagos, una pista stupenda, che ci ha spesso regalato gare incredibili.

La pioggia renderà il weekend imprevedibile, Norris, Piastri e Verstappen affronteranno Sprint e gara lunga sapendo di non poter commettere il minimo errore…

Insomma, la tensione cresce a livelli astronomici, Interlagos sarà decisiva!

Chi parte favorito in Brasile? Quali saranno le sfide del weekend?

Ma soprattutto, inizia a circolare uno strambo paragone… Ollie Bearman come Charles Leclerc? Sappiamo già chi sarà uno dei piloti Ferrari del 2027?!?

NASKA-HYPE

Teniamo da parte il Mondiale Piloti per il cuore del video, che a questo giro sarà la rubrica Naska-Track.

Qui dobbiamo aprire le danze con uno scoop di Roberto Chinchero. La F1 Commission, l’organo che discute e decide tutti i possibili cambi di regolamento, valuterà nelle prossime settimane un cambiamento epocale.

Nel 2026, la F1 potrebbe introdurre l’obbligo del doppio pit-stop.

Quest’anno c’è stato un test a Monaco, molti di voi lo ricorderanno, e la soluzione non ha funzionato granché. La gara è rimasta noiosa al vertice, e con qualche giochetto strategico in più a centro gruppo.

Ma Monaco è talmente assurda che è un po’ rischioso prenderla come riferimento assoluto.

E allora, per combattere il trend delle gare a sosta singola che tanto avevano fatto arrabbiare George Russell a Austin, potrebbe arrivare un nuovo regolamento sportivo.

Secondo Chinchero, ci sarebbero due visioni opposte sul tavolo: obbligare i piloti a montare tutte e tre le mescole in un singolo Gran Premio, oppure imporre semplicemente la doppia sosta, senza vincoli ulteriori.

Partendo da questi estremi, ci sono una marea di vie di mezzo possibili: mescole libere con un obbligo sulla durata del singolo stint, due soste e due mescole su tre da utilizzare, e così via.

Per ora, si sta solo discutendo della possibilità, ma stavolta sembra esserci molta ciccia sul tavolo.

L’argomento dividerà i tifosi più tradizionalisti e quelli più aperti alle novità. Io vi ho spesso raccontato che gradirei l’obbligo di usare tutte e tre le mescole, anche dopo la gara di Monaco di quest’anno.

Allo stesso tempo, nessun o aveva mai pensato di togliere l’obbligo di usare due mescole diverse. Pensateci… potrebbe essere un’idea intelligente. Ogni pilota deve fare due soste. Qualunque altra regola, nel cestino.

Qualcuno userà solo le Soft. Qualcuno le Medie e le Soft, oppure due stint brevi sulle Soft, e uno più lungo sulle Hard, e così via. Potrebbe essere molto caotico ma potrebbe anche evitare che, dovendo tutti usare un set di Soft, uno di Medie e uno di Hard, alla fine le strategie inizino ad assomigliarsi un po’ tutte.

Scatenatevi nei commenti, fatemi sapere la vostra opinione, lascio solo un piccolo appunto: le regole 2026 saranno nuove sia per il motore, che per il telaio. E non ci sarà più il DRS ma arriverà la modalità Override, o come verrà chiamata, per favorire i sorpassi. Ecco, sono già dei cambiamenti enormi, e magari potrebbero creare una F1 divertentissima. Aggiungere un quarto cambiamento così importante come la doppia sosta obbligatoria… forse potrebbe creare troppo, troppo caos?!? Ma a me piace IL CAOS.

Per ora, rimaniamo sul 2025.

Dopo il Gran Premio del Messico tutti parlavano di Ollie Bearman. E gira che ti rigira, pensa che ti ripensa, mi è venuto in mente un paragone molto, molto affascinante.

Sapete chi mi ricorda, il buon Ollie Bearman? Charles Leclerc. La sua stagione alla Haas sta prendendo una piega curiosamente simile al campionato 2018 di Leclerc, il primo del monegasco in F1.

Ve lo riassumo in pochi secondi.

La Sauber diventa Sauber Alfa Romeo, ci sono tanti investimenti e la macchina non è più la peggiore della griglia. Charles inizia male. Nelle prime tre gare, lo ha raccontato lui stesso, sbaglia gli assetti. Vuole una monoposto troppo puntata sul davanti.

Peccato che una F1 sia molto più pesante e molto più potente di una F2, e abbia un aerodinamica talmente potente che, se ti parte in sovrasterzo, non la riprendi più.

Poi arriva Baku. Gli ingegneri consigliano a Charles di passare a una macchina più sottosterzante, che gli dia tanta fiducia tra i muretti.

Charles accetta il consiglio e… magia. Si sblocca. Trova fiducia nella sua Sauber e inizia ad andare fortissimo. 6° posto a Baku, poi qualche arrivo in Q3 e, fino a Monza, altri quattro arrivi a punti.

Charles ha un compagno di squadra abbastanza semplice. Marcus Ericsson. Era un pilota pagante, supportato dal proprietario svedese della Sauber, il patron della TetraPak, non era un futuro campione del mondo, ma non era nemmeno un fermo totale. Non a caso, ha vinto una 500 miglia di Indianapolis negli anni successivi.

E anche lui, in quella estate, ha un ritmo più che sufficiente. Come Charles, riesce ad arrivare 9° o 10°, e tante volte si ritira per guasti o sfortune varie. Esattamente quanto accade a Leclerc.

Poi però arriva l’autunno. E in autunno, Leclerc esplode. La Sauber continua ad aggiornare la monoposto, la rende più veloce, e Charles fa clic. Nelle ultime 6 gare, arriva 4 volte 7°, vince per due volte la corsa di centro gruppo, entra sempre in Q3 e ad Abu Dhabi, addirittura, si mette a battagliare con le Red Bull nei primi giri.

La perla che tutti ricordiamo sono le qualifiche di Interlagos. In Q2 inizia a piovere, Charles fatica a mettere assieme il tempo, ma decide di rimanere in pista e con l’ultimo tentativo, mentre gli altri sono fermi ai box, strappa il biglietto per il Q3.

In quel momento un po’ tutti si accorgono di lui e capiscono perché la Ferrari l’abbia scelto per la stagione 2019. I più esperti già lo conoscevano dalle imprese in F2.

Perché la stagione di Bearman mi sta ricordando il 2018 di Leclerc? Principalmente, per le ultime gare. Fino ad Austin, Ollie aveva messo in pista un’ottima velocità, condita però da tanti errori. A volte ha rimontato benissimo, come in Cina, in Bahrain o in Olanda; altre volte, ha sprecato un gran ritmo in qualifica con delle penalità evitabili per le bandiere rosse durante le libere. Parlo di Silverstone e Monaco.

C’è stato qualche problema alla Power Unit, qualche contatto sfortunato… ma il clic è arrivato a Austin. In autunno, proprio com’era accaduto a Leclerc. La Haas ha portato un aggiornamento che ha reso la macchina più veloce ma anche più difficile da guidare. Ocon fa fatica, mentre Ollie Bearman.

E sia ad Austin che soprattutto in Messico, ha avuto il ritmo per giocarsela con i top team. Nella Sprint di Austin con Antonelli, in gara con Tsunoda, e poi a Città del Messico è arrivato il podio sfiorato che è la sua ciliegina sulla torta.

Riuscirà a mantenere questo ritmo, come aveva fatto Leclerc nel 2018?

Per Bearman, le ultime gare del 2025 non saranno decisive. È già deciso  che nel 2026 rimarrà alla Haas, quindi deve continuare così per assicurarsi un posto in Ferrari nel 2027. Accanto a Leclerc, se la Ferrari 2026 andrà forte e Charles deciderà di rimanere, oppure accanto a chi lo sostituirà, sempre pensando che, in un modo o nell’altro, il prossimo anno sarà l’ultimo di Lewis.

Al contrario, le ultime gare del 2025 saranno decisive per la Haas. La sfida per il 6° posto tra i Costruttori è molto appassionante: abbiamo 4 squadre in 12 punti, le vedete a schermo. VCARB a 72, Aston Martin a 69, Haas a 62 e Sauber a 60.

Pensate che, tra il nono posto e il sesto posto, si stima ci sia una differenza nei primi distribuiti dalla FOM che quest’anno supererà i 35 milioni di dollari.

Immaginatevi di essere Komatsu, il Team Principal della Haas. L’anno prossimo la sua squadra sarà l’unica cenerentola del gruppo. La VCARB è della Red Bull, e poi tutti gli altri sono Costruttori o grandi team tipo McLaren e Williams. Quindi , 30 milioni in meno da chiedere a Gene Haas o agli sponsor sono un grande, grandissimo colpaccio, è una bella fettona del Budget Cap!

Se Bearman riuscisse a mantenere il livello del Messico e regalare i punti decisivi alla Haas… beh, sarebbe veramente un gran colpo per il suo status nel paddock. Anche perché, in inverno, quasi tutti ricorderanno come un pilota ha finito la stagione, non come l’ha iniziata!

Non scordate l’ultimo dato importantissimo: Ocon è un pilota molto più affermato di Ericsson. Il fatto che Bearman lo stia regolarmente battendo nella seconda metà di stagione… già di per sé, non è per nulla banale.

E ora… è arrivato il momento di parlare del Mondiale Piloti!

NASKA-TRACK

Chi parte favorito nel Gran Premio di San Paolo? Sì, si chiama di San Paolo e non del Brasile, roba noiosa di soldi, organizzatori, politica… che noia!

Insomma, chi vince a Interlagos?

Partiamo dalla pista. Spettacolare. Corta, piena di saliscendi, stracolma di storia… a proposito, l’avete visto il video sull’impresa di Senna nel 1991? No? E cosa aspettate?!?

Dicevo, Interlagos. Uno dei gioielli del calendario. Come la vedete oggi non c’entra quasi nulla con quella del passato! Alla prima curva, la S do Senna, in realtà si tirava dritti. Ed era tutta una lunghissima serie di curvoni velocissimi, un po’ come l’Arquibancadas, quella specie di semi ovale. E poi arrivati in fondo si tornava indietro e si faceva gran parte della pista di oggi…ma al contrario! Inutile dirvi che era talmente veloce e sconnessa da essere pericolosa e così negli anni 80 l’hanno rifatta tutta come la conosciamo oggi. Ma com’è oggi? Ve la racconto: il primo settore inizia con una forte frenata per la S do Senna, sinistra destra in discesa da affrontare con molta attenzione per preparare bene la lunghissima Curva do Sol. Tutta a sinistra, lunga lunga lunga, Verstappen ci fece un sorpasso da urlo nel 2026 sul bagnato… e poi via sulla Reta Oposta, il rettilineo che chiude il primo settore.

Il secondo settore si apre con una staccata violenta per la doppia sinistra della Descida do Lago. Come su un ottovolante, si risale, verso Ferradura e Larinjinha, due curve a destra molto veloci e interconnesse, dove serve grande precisione e un po’ di fiducia perché l’entrata è cieca.

Pochi metri per frenare forte e a ruote dritte, e via per i tre tornanti che sono il cuore del settore centrale. Esse, Pinheirinho e Bico do Pato.

Ma come fa un circuito con delle curve che hanno nomi del genere a non essere meraviglioso? 

Dicevo, i tre tornanti sono tutti molto lenti ma difficilissimi. Perché sono lunghi e in contropendenza. Facilissimo soffrire di sottosterzo, il tempo sul giro si fa qui. Il  secondo settore finisce con la sinistra in discesa di Mergulho, molto insidiosa sul bagnato, per poi affrontare l’unica vera curva del terzo settore.

La mitica Junção. Infida e bastarda come poche. Sembra facile, ma è in salita, ti porta verso il cordolo esterno e ti invita ad attaccare l’ingresso. Nulla di più sbagliato, perché invece devi curare l’uscita per lanciarti sul lunghissimo rettilineo formato dall’Arquibancadas, il vecchio anello esterno della pista.

Finisci di curvare e sbuchi sul rettilineo principale, circondato dalla Torcida del pubblico.

Ma di cosa parliamo!?!? Spettacolo!

Come se non bastasse, in Brasile a ottobre piove molto spesso. Quest’anno avremo il 40% di probabilità di pioggia per venerdì, con temporali attesi nel pomeriggio. Sarà anche la giornata più calda. Sabato 80% di probabilità, con rovesci al mattino e a metà pomeriggio. Infine, domenica solo 25% di probabilità, ma 7° gradi in meno del venerdì e cielo coperto. Quindi, pista in condizioni opposte. 

Queste le previsioni al mercoledì, giorno in cui registro questo video.

Che monoposto ci vuole a Interlagos? Bella domanda. Di per sé, è una pista che richiede medio-alto carico aerodinamico. È abbastanza simile a Zandvoort ma più veloce, quindi conta di più l’efficienza sul dritto, soprattutto nel primo e nel terzo settore.

Quest’anno, oltre alla pioggia che può cambiare tutto e riservare molte sorprese, l’abbiamo visto l’anno scorso con le due Alpine a podio… dicevo, quest’anno una grande sfida sarà rappresentata dall’asfalto.

Nel 2024 lo avevano appena posato, ed era liscio e senza lo storico grip mangiagomme del Brasile. Le squadre erano rimaste sorprese dalla quantità di bump presenti nonostante la riasfaltatura. Quest’anno dovrebbero essere più preparati e ci sono stati dei lavori di miglioramento nelle zone peggiori per i dossi, quelle più veloci del terzo e del primo settore.

Comunque sia, con anche la Sprint di mezzo, sarà molto complesso centrare l’assetto giusto. Serve una monoposto precisa in inserimento ma stabile nelle lunghe curve del secondo settore. Se fa molto caldo e si scivola, o se piove, serve un ottimo posteriore, che non scivoli per non consumare le gomme. Ma allo stesso modo, se scarichi la vettura puoi andare fortissimo nei rettilinei e quindi giocartela in qualifica.

Insomma, le squadre sono davanti a un grande rebus.

Per me, Interlagos era una pista perfetta per la McLaren vista a Zandvoort. Nel frattempo, però, la Red Bull è migliorata tantissimo, e potrebbero puntare sulla velocità nel dritto per giocarsela in qualifica e poi difendersi in gara. Soprattutto se facesse freddo alla domenica, e quindi la McLaren perderebbe la carta del consumo gomme migliore degli altri.

Su Verstappen non ci sono molti dubbi, ha un grande vantaggio psicologico se dovesse piovere, visto quello che è successo l’anno scorso. Norris è gasato dopo il Messico, mentre attenzione a Piastri: la McLaren ha raccontato che le ultime due gare erano andate male per colpa dell’asfalto con poco grip e delle condizioni. Il Brasile è una pista più classica, meno estrema, dove l’anno scorso sull’asciutto andò fortissimo.

Se non si riprende a Interlagos, occhio al suo Mondiale.

Per quanto riguarda gli altri Top Team… Mercedes è un rebus, come al solito. Nel 2023 in Brasile andò malissimo, fu una delle gare peggiore della stagione. Nel 2022 vinse, nel 2024 andò male con l’asciutto e benino con il bagnato, soprattutto in qualifica grazie a Russell. Con tutte quelle curve lunghe e le frenate in combinata, però, non li vedo messi alla grande.

Rimane la Ferrari. Ecco, per la Ferrari il Brasile sarà una sfida molto importante. Qui si verificano i progressi di Austin e Città del Messico. Sulla carta, Interlagos è molto difficile. Curve lunghe, possibile pioggia, qualche bump di troppo che non ti fa abbassare la macchina… però, tra la Sprint e la strada di assetto trovata da Leclerc a Austin, magari vanno meglio del previsto.

Occhio a una chicca: la 499P ha corso a luglio a Interlagos; quindi, avranno raccolto una marea di dati su come è invecchiato l’asfalto e sulle sconnessioni. Una buona notizia per il simulatore di Maranello. E in un weekend con una sola sessione di libere, arrivare con una buona base di assetto o delle idee precise è fondamentale.

NASKA-MEMORY

Naska-Memory velocissimo, dedicato all’e dizione 2021 del Gran Premio del Brasile.

Uno dei weekend più belli della carriera di Lewis Hamilton.

La Mercedes decide di cambiare sulla sua monoposto il motore termico. Solamente il V6. Cinque posizioni in griglia alla domenica. È una scelta intelligente: la Mercedes dovrebbe andare fortissimo in Brasile, e un motore fresco per le ultime quattro gare può dare quei cavalli decisivi a Lewis per battere sempre Verstappen e vincere il Mondiale.

Ai tempi c’era una sola qualifica nel weekend Sprint, il venerdì. Lewis fa la Pole Position con 4 decimi di vantaggio su Max ma… clamoroso. Viene squalificato. L’apertura del suo DRS è troppo larga.

Hamilton parte 20° nella Sprint. Davanti, Bottas passa Max e va a vincere. Ma è dietro che succede l’incredibile. In 24 giri Lewis rimonta fino al 5° posto. Un sorpasso dopo l’altro, come una furia, con una serie di traiettorie tutte studiate per evitare l’aria sporca e rimanere vicino agli avversari prima della Junção.

Dato che il risultato della Sprint creava la griglia di partenza, Hamilton partirà 10° nella gara di domenica. Stavolta, parte meglio Verstappen e anche Perez passa Bottas in partenza.

Per Hamilton non è un problema. Ha più tempo per recuperare nella gara lunga ed è il più veloce di tutti.

Al 18° giro Hamilton passa Perez, è 2° a nemmeno 3’’ da Max. La Mercedes nera di Lewis è un ciclone devastante. Verstappen, grazie alla strategia e a un grande sforzo, rimane 1° fino al 48° giro. Lewis lo attacca alla Descida do Lago ma SuperMax lo accompagna fuori pista, andando oltre i limiti anche lui.

Hamilton fa raffreddare le gomme e una decina di giri dopo ci riprova. Stavolta Max ha una bandiera bianco e nera per la difesa troppo aggressiva dei giri precedenti, così chiude la porta ma non esagera e Lewis prende il comando.

Vittoria per Hamilton con la Mercedes, Verstappen 2°, si parlerà per tutta la settimana successiva della sua mancata penalizzazione per aver portato fuori pista Hamilton. I due sono divisi da 14 punti a tre gare dalla fine.

INDOVI-NASKA

Prima di ricordarvi gli orari del Gran Premio, permettetemi un ricordo di Andrea de Adamich.

Grande pilota di F1 e vetture Sport negli anni ’70, ci ha lasciato stamattina e la sua voce ha accompagnato milioni di appassionati di motori italiani nei meravigliosi anni di Vale e Schumi. 

Orari di Interlagos. Libere alle 15.30 di venerdì, qualifiche Sprint alle 19.30. Sprint alle 15.00 di sabato, qualifiche alle 19.00. Gara alle 18.00 di domenica.  

Il mio podio per l’IndoviNaska è… Verstappen, Piastri, Hamilton.

Alberto Naska e Luca Ruocco