Anche la F1 ha il suo Paris Saint-Germain: è la McLaren!
Piastri, Norris e il team di Andrea Stella non hanno ancora vinto la loro Champions League ma insomma, ci manca poco.
Se la Direttiva Tecnica sulle ali flessibili doveva dirci qualcosa, beh, ci ha detto che i Mondiali saranno affari loro. Un dominio del genere a Barcellona è una pessima notizia per gli avversari.
Avversari che, tra l’altro, continuano a danneggiarsi da soli: Verstappen sbrocca e litiga con Russell, la Ferrari va a podio ed è seconda tra i Costruttori senza sapere bene il perché… insomma, c’è tantissimo di cui parlare in questo PostGP!
E celebreremo anche il vero eroe di giornata: Nico Hülkenberg, quinto con la Sauber! QUINTO!!!
NASK-ASSUNTO
Giovedì è la giornata delle ali flessibili. Le nuove versioni rigide cominciano a comparire in pit-lane.
C’è chi le ha già provate a Imola, come McLaren o Mercedes. C’è chi ha disegni leggermente modificati, come Ferrari o Red Bull. E c’è chi ha cambiato posizione e numero del supporto tra i flap. Tutti, invece, hanno dovuto modificare la costruzione interna delle ali e come sono disposte le fibre di carbonio.
A noi però interessa il risultato sul cronometro. Quale effetto avranno le ali rigide? Al massimo un decimo, secondo Sainz. Potrebbe cambiare il bilanciamento.
Venerdì iniziano le libere e un’altra novità tecnica si prende per un attimo la scena.
La FIA impone ai team un esperimento. Durante le FP1, una monoposto per squadra dovrà montare dei pattini sperimentali.
I pattini sono un elemento fondamentale del plank. Proprio in mezzo ai pattini si trovano i fori dove la FIA misura il consumo del plank. Quindi sono loro a determinare se il plank si consuma troppo e il pilota deve essere squalificato. Per dare un aiuto alle squadre, la FIA ha scelto il titanio come materiale per questi pattini: essendo molto più resistente della resina del plank, si consuma di meno e aiuta a superare i controlli.
Il titanio ha un secondo pregio: emette delle scintille caldissime quando sfrega contro l’asfalto, e queste scintille sono molto spettacolari. Peccato che rimangano calde per molto tempo, e rischino di appiccare degli incendi a bordo pista quando l’erba è molto secca. È accaduto in Cina nel 2024 e a Suzuka qualche mese fa.
Perciò la FIA ha voluto testare dei nuovi pattini in acciaio. Le scintille prodotte dall’acciaio sono meno vistose ma anche meno calde, e quindi meno pericolose per i circuiti.
Le squadre però si sono molto lamentate. Per tre motivi. Primo: i pattini in acciaio sono 0.75kg più pesanti. Secondo: usarli in tutte le gare con l’erba da qui a fine anno avrebbe un peso sul Budget Cap, perché hanno già prodotto/acquistato i pattini in titanio per tutto l’anno.. Terzo: si consumano molto più velocemente di quelli in titanio. E questo, per le squadre, è un problema vero, perché obbligherebbe tutti ad alzare la monoposto, buttando via anni di ricerca su come far lavorare il fondo più vicino al terreno possibile. Proprio per questo motivo, li vedremo solo se la FIA decidesse di imporli per motivi di sicurezza.
Uno dei piloti che testava i pattini in acciaio era Charles Leclerc, che nelle libere 1 sorprende con una simulazione di passo gara stratosferica.
La McLaren invece confronta due configurazioni di ala posteriore: con quella più carica Piastri ha molto sottosterzo. Con quella più scarica, Norris è veloce sul giro singolo ma soffre sul passo gara.
Tutti, comunque, devono fare le prese con una pista caldissima, circa 50°C, e una gomma Hard che proprio non funziona. Zero grip.
Le libere 2 iniziano a mostrare qualche verità. Piastri, passato anche lui all’ala più scarica, è velocissimo, e la McLaren ha sistemato il passo gara. Verstappen e la Mercedes trovano bilanciamento. Deludono le due Ferrari, in difficoltà con l’assetto.
Sabato mattina la situazione non cambia. Le McLaren volano. Andrea Stella ha ammesso che spingono di più per cercare il limite in vista delle qualifiche, sia in termini di carburante che di mappatura motore; quindi, si sa che i 7 decimi di vantaggio sul terzo sono un po’ bugiardi.
Le qualifiche regalano le prime sorprese del weekend. Fuori in Q1 Tsunoda, ultimo con la Red Bull e sempre più in crisi, fuori anche Sainz con un Williams che proprio non digerisce la pista del Montmelò.
Il pilota rivelazione del Q2 è Bortoleto, che chiude 12°, mentre tutti i Top passano in Q3. Nell’ultimo segmento il cielo si annuvola e la pista crolla di temperatura nel finale.
Ne paga le conseguenze Leclerc, che tenta un solo giro veloce a metà Q3 e chiude 7°, davanti a Gasly, Hadjar e Alonso. Bravo Antonelli, 6° assieme a Hamilton in terza fila. Stesso tempo per Verstappen, 3°, e Russell 4°, con Max davanti perché ha fatto segnare il crono qualche secondo prima.
Davanti a tutti, prima fila Papaya dopo un’ora di qualifiche dominata. Piastri è 1° con due decimi su Norris.
Questa la griglia di partenza per la gara di domenica, con un’eccezione: Stroll non parteciperà alla corsa. Perché? Ci torniamo dopo.
Domenica partono tutti con le Soft tranne Tsunoda che monta le Medie e scatta dalla Pit-lane. Minimo due soste attese per tutti.
Piastri e Leclerc sono quelli che partono meglio. Oscar mantiene il comando della gara, mentre Verstappen passa Norris che scatta maluccio. Dietro Leclerc affianca Antonelli e Hamilton, ma Lewis sceglie bene l’esterno della prima curva e passa Russell. Charles sa quanto è importante disfarsi della Mercedes e sorprende George in curva 5 con una staccatona.
Dietro fantastico Hülkenberg che da 15° si ritrova 10° dopo un bel duello con Alonso, mentre in pancia al gruppo le due Williams si ritrovano con le ali anteriori danneggiate per dei contatti. È l’inizio di una domenica da dimenticare, con Albon ritirato dopo un altro incidente con Lawson e Sainz fuori dai punti.
Nel primo stint si prendono la scena le due Ferrari. Leclerc ricuce presto su Hamilton e prova ad attaccarlo. Lewis chiude la porta, iniziano a perdere tempo, dopo qualche giro di troppo il muretto ordina lo scambio di posizioni.
A questo punto, Leclerc ha un passo simile a Verstappen, ma la Red Bull è già lontana 6’’ e intanto Norris passa Max.
Da questo momento la gara diventa molto strategica. Davanti è divisa in due blocchi. I primi tre piloti, e i piloti dal quarto al sesto posto.
Iniziamo da questi. Leclerc ha due set di gomme Medie e quando monta il primo inizia ad andare velocissimo, come accade sempre a metà gara per la Ferrari. Ha un passo simile alle McLaren, che però stanno gestendo. Hamilton, con le Medie, rimane davanti a Russell, ma la Mercedes lo passa al secondo stop con un undercut. Inizia l’ultimo stint e Russell con le Soft è più veloce di Leclerc con le Medie, anche se difficilmente lo riprenderà. Comunque sia, la Ferrari soffre sempre di più man mano che la vettura si scarica. Capiremo tra un attimo perché.
Davanti invece le McLaren gestiscono con calma. Hanno un sacco di ritmo nel taschino e non vengono spaventate dalla tattica a sorpresa della Red Bull, che mette Max Verstappen sulle tre soste. Non basta: Norris e Piastri sono comodamente davanti anche dopo l’ultimo stop, nonostante Max tiri come un pazzo.
Il colpo di scena arriva quando mancano 15 giri. Safety Car per il ritiro di Antonelli con il motore esploso. Tutti entrano per montare gomme nuove.
Piastri e Norris mettono le Soft e non hanno problemi alla ripartenza. Grande vittoria. Max ha solo gomme Hard. Le monta ma ha zero grip. Quasi la perde all’ultima curva dopo la ripartenza, non si sa come controlla il sovrasterzo, ma Leclerc lo passa. Anche Russell si butta all’interno della prima curva, Max per evitarlo salta la chicane. Dal muretto Red Bull gli chiedono di ridare la posizione alla Mercedes, ma Verstappen perde la testa e dopo aver lasciato passare Russell, gli tira una staccatona che si trasforma in ruotata. 10’’ di penalità. Leclerc, nonostante un passo terribile, può difendere il podio, mentre dietro sorprende Hülkenberg che passa Hamilton e chiude meraviglioso 5°, dopo la penalità di Max.
La zona punti finisce con Hamilton 6°, poi Hadjar, Gasly, Alonso e Verstappen.
NASKA-PODIO
Naska-podio che divideremo in due parti per parlare dei tre piloti che sono arrivati a podio.
Iniziamo dalla McLaren, da Norris e Piastri.
Perché la Direttiva Tecnica sulle ali non ha colpito la McLaren? Beh, perché abbiamo scoperto che ha colpito un po’ tutti, e poi perché in McLaren sono bravi.
Vi spiego: Mario Isola ha fatto capire ai giornalisti inglesi che tutti hanno sofferto la mancanza di ali flessibili. Non è un caso che, stranamente, la Pole Position sia stata due decimi più lenta dello scorso anno.
Un po’ tutti hanno subito la direttiva: meno bilanciamento e meno velocità sul dritto. Semplicemente la Mclaren è stata colpita meno e sono stati bravi a trovare l’assetto.
Nonostante il caldo e i curvoni lunghissimi che distruggono le gomme, in McLaren hanno capito che la loro super-gestione delle temperature poteva permettergli di montare un’ala posteriore più scarica della concorrenza. Questo li ha resi imprendibili in qualifica: nonostante pagassero un minimo nel terzo settore, quello più lento e guidato, nei primi due settori Piastri e Norris erano devastanti. E in gara, la gestione perfetta delle gomme li ha resi tanto dominanti quanto erano a Miami. La McLaren rimane la macchina con la coperta più lunga, è un progetto perfetto.
Il mondiale, purtroppo, davanti non è cambiato.
Passiamo al terzo elemento del podio, Charles Leclerc.
Ve l’avevo accennato nel PreGP: a Barcellona la musica sarebbe cambiata rispetto a Monaco. E così è andata. Partiamo dalle libere: Leclerc, con i pattini in acciaio, è andato fortissimo al venerdì mattina. Ci sta: devo provare dei pattini, li provo con la macchina bassa per capire come si consumano.
Misteriosamente, al venerdì pomeriggio il bilancio scompare. Giusto quello che accade ogni volta che alzano la macchina.
Ritrovano il ritmo al sabato mattina, secondo me perché alla fine hanno deciso di osare con le altezze da terra. Perché lo dico? Perché in qualifica il tempo migliore di tutti alla curva 12, una delle più tecniche del Mondiale, lo ha fatto Hamilton, e non lo fai se non hai tanto carico.
Ritrovare ritmo in qualifica, però, per questa Ferrari significa comunque puntare alla terza fila, a tre-quattro decimi dai migliori. Forse Leclerc, non sacrificando l’intera qualifica per avere gomme più fresche in gara, poteva puntare alla seconda fila con Russell e Max. Ma nulla di più. La SF-25, fino a quando non arriva la nuova sospensione posteriore, è questa.
Tra l’altro, perché Leclerc non aveva gomme in qualifica? Semplice, perché è stato l’unico assieme alle Haas a volere due Medie per la gara. Quindi aveva 4 set di Soft per la qualifica, ma ne voleva preservare uno per il primo stint.
È andata proprio così: Leclerc si è tenuto da parte un set di Soft praticamente nuove, ma così facendo aveva solo un colpo in Q3, e ha deciso di provarlo a metà sessione per evitare errori o bandiere gialle. Con due set nuovi o girando all’ultimo con la pista più fredda, magari avrebbe migliorato e avrebbe potuto attaccare Max e Russell. Sempre tre decimi dietro alla Pole, però.
Passiamo alla gara. Leclerc aveva passo da podio? No. Andava più forte di Hamilton? Sì. La scommessa di tenersi due Medie nuove ha pagato? No, perché a fine gara la Soft era una gomma migliore, ma ha pagato avere gomme fresche per tenere un buon ritmo e prendersi la P4.
Il vero problema del finale di gara delle Ferrari è stato un altro. Hamilton sembra avesse un problema non meglio specificato dopo la Safety Car.
Leclerc invece, lo sappiamo dalla radio, riceveva continuamente richieste di LICO. Lift & Coast, c’è il video dizionario della F1 se non sapete di cosa si tratta. Nell’ultimo stint è stato un disastro, la richiesta di alzare il piede prima di curva 1 era continua. E anche dopo la Safety Car gli hanno dato lo stesso ordine, addirittura chiedendo di fare Lift & Coast in tutti i giri tranne quello di ripartenza e quelli in cui avrebbe usato DRS.
E qui mi si è accesa la lampadina. Il Lift & Coast per gestire il consumo benzina o le temperature non lo fai dopo la Safety Car! Perchè hai risparmiato benzina e raffreddato motore. Allora perchè farlo?? Magari perchè hai deciso di usare un set-up aggressivo e girare basso. Il rettilineo di Barcellona è lunghissimo, e prima di curva 1 ci sono tanti bump: se devi evitare che il plank si consumi troppo verso fine gara, quando vai più forte nei curvoni perché giri più veloce, puoi solo rallentare a fine rettilineo.
Guardate i frame della ripartenza, l’unico giro nel quale poteva spingere, quanti scintille faceva la macchina!
E questa spiegazione giustificherebbe anche il passo disastroso di Leclerc dopo la SC. Si prendeva più di 1.5’’ al giro da Piastri, e non solo per il LICO, ma anche perché alzava il piede in TUTTE le curve veloci. Guarda caso, proprio i punti nei quali se spingi consumi il plank. Va bene che la SF-25 non è vincente ma 1’’5 al giro di passo mi sembra giuuuusto un po’ troppo…
Insomma, in Ferrari avevano paura di consumare troppo il plank e con poca benzina non potevano spingere. Questa è la mia ipotesi, l’unica logica che mi venga in mente.
Finisco il Naska-podio dicendo che non c’era nulla sul contatto Leclerc-Max. Basta guardare l’onboard della Ferrari: Charles chiude Max ma non fa nessun movimento brusco. E Max poteva spostarsi a sinistra.
NASKA-JR
Naska-Jr nel quale mi voglio concentrare su un solo pilota.
A Barcellona, per la prima volta dopo tante gare, la F2 ha regalato uno spettacolo più appassionante della F3, nella quale il solito Camara ha dominato qualifiche e gara lunga.
In F2 c’è stata una Sprint Race davvero spettacolare, nella quale una Safety Car nel finale ha un po’ spoilerato l’andamento della gara di F1. Interruzione, caos finale, chi ha le gomme migliori ne approfitta: nel caso della Sprint, Richard Verschoor che ha rimontato fino al primo posto con tantissimi sorpassi negli ultimi giri. Buona anche la risalita di Alex Dunne, che scontava 10 posizioni in griglia per il crash di Monaco e tre per avere tamponato un avversario in ingresso corsia box nelle libere.
Sempre veloce ma sempre matto Alex Dunne.
Nella Feature Race e nelle qualifiche, invece, ha brillato Arvid Lindblad. È la stella del vivaio Red Bull in questo momento, e c’è chi racconta di un Dottor Marko convinto che sia il prossimo Max. Sarebbe tipo il trecentesimo pilota di fila indicato come il prossimo Max ma, se continuerà a convincere come ha fatto a Barcellona, nel 2026 potrebbe essere uno dei quattro piloti Red Bull in griglia. Soprattutto nel caso in cui Tsunoda continui a fare tanta fatica.
NAS-KARRELLATA
Nas-karrellata dedicata a una serie di pensieri un po’ a ruota libera sulla vicenda Verstappen-Russell.
Partiamo dai fatti.
Il primo contatto tra George e Max, quello alla prima curva del giro di ripartenza dopo la Safety Car, è stato valutato dai commissari con un no further action. Secondo loro, Russell perde la macchina e costringe Verstappen ad allargare per evitare il contatto. E questa è la prima beffa per Max: a posteriori, il muretto Red Bull è stato fin troppo prudente a suggerire lo scambio di posizioni.
Sul secondo contatto tra Verstappen e Russell, i commissari hanno valutato che Max fosse totalmente nel torto. 10’’ di penalità perché ha cercato il contatto e addirittura 3 punti sulla patente, che lo portano a 11 punti su 12. Fino al GP d’Austria, Max rimarrà a un punto solo dalla squalifica.
Si può obiettare in qualche modo le due valutazioni? Per me, no, e addirittura, se Max ha volutamente tirato una ruotata e non ha solo sbagliato un contrattacco… beh, 10’’ rischiano di essere pochi.
Poi, davanti ai microfoni solite polemiche. Max fa il gradasso, difende le sue mosse, Russell fa l’angioletto e dice che Max è un cattivo esempio per i giovani kartisti, e Max risponde povero, porteremo fazzoletti la prossima volta. Insomma, il classico.
Con voi voglio ampliare leggermente la riflessione: indipendentemente dalle colpe, Max ha pagato tantissimo la vena chiusa in classifica. Lui e la Red Bull arrivavano a Barcellona convinti di giocarsela, e non solo la McLaren li ha strabattuti. Magari. La smattata di Verstappen è costata una marea di punti: se una SC sfortunata ti fa passare da 3° a 5°, perdi 5 punti. Se ti ci metti tu e finisci 10°, ti costa 14 punti e ne perdi 24 su Piastri. Praticamente il costo di un ritiro.
NASKA-VOTI
Grande novità dei Naska-Voti! Oltre ai miei, a schermo vedrete anche i vostri: per votare al sondaggio, seguitemi su Telegram, sul canale il sondaggio lo mando sempre, non avrete mai problemi a trovarlo.
Sauber: 9 / 8
TOP per la Sauber che ha portato un nuovo fondo da accompagnare all’ala rigida e tante altre novità. La fiducia verso questo pacchetto era molta e si sono giocati la zona punti in qualifica e soprattutto in gara. Grande passo avanti.
Gabriel Bortoleto: 7 / 7
Eccellente la qualifica, qualche difficoltà in più con il passo gara. Nel finale paga un po’ di inesperienza nei vari duelli.
Nico Hülkenberg: 9 / 10
TOP anche per Nico Hülkenberg. Tanta velocità nelle libere, in qualifica finisce fuori in Q1 di poco dopo una sessione non proprio perfetta. Poi, il capolavoro della gara: partenza eccellente, ritmo incredibile, solo Hadjar gli starebbe davanti. Arriva la SC e grazie alle Soft nuove si prende altri due posti. Sublime.
Williams: 5 / 5
FLOP per la Williams. Sembrano vittime di una profezia che si autoavvera: sin da giovedì, dicono che andranno male a Barcellona e nonostante punte di velocità non così terribili, va tutto male davvero.
Alexander Albon: 6 / 5
Salva la qualifica e chiude 11°, neanche così male. Dalla partenza in poi, un sacco di contatti e la gara rovinata. Peccato.
Carlos Sainz: 5 / 5
Il ritmo era simile ad Albon ma alla fine, traffico in pit-lane o meno, è sempre lui che rimane fregato in qualifica. In gara paga anche lui un contatto all’inizio ma il ritmo non c’è mai. FLOP nella gara di casa.
VCARB: 8 / 7
La VCARB sta pian piano diventando una certezza. Anche con la nuova ala anteriore, volano e sono la miglior macchina di centro gruppo. L’unica pecca è che raccolgono meno del potenziale.
Isack Hadjar: 9 / 8
Chi ormai raccoglie quasi sempre il massimo è Isack Hadjar. Dopo un po’ di ansietta per il 15° posto in Q1, Hadjar si scatena in Q3 e in gara, fino alla Safety, domina la corsa di centro gruppo. Sempre meglio. TOP.
Liam Lawson: 6 / 6
In qualifica rimane fuori in Q2 senza darsi grandi spiegazioni. In gara il ritmo c’è ma i tanti contatti rendono impossibile arrivare a punti. Il confronto con Hadjar… ehm, lasciamo perdere.
Haas: 5.5 / 6
Brutto il weekend della Haas che combatte con il porpoising e non trova mai il ritmo da Top10, se non per qualche breve istante.
Oliver Bearman: 6.5 / 6
Bearman le prova tutte per arrivare a punti. Tre set di Soft in Q1, poi una strategia aggressiva e una gara tutta in difesa ma, alla fine, complice anche una penalità non basta. Peccato.
Esteban Ocon: 5 / 6
Quando la Haas funziona, Ocon vola, come a Monaco. Quando fa fatica, soprattutto con i saltelli, Ocon si perde, come se mollasse un po’ il colpo. Mai in lotta per qualcosa di più delle ultime posizioni. FLOP.
Alpine: 7 / 6
A Barcellona serve il contrario di Monaco dalle sospensioni: tanta rigidezza e sostegno agli enormi carichi dei curvoni. L’Alpine, come accaduto nel 2024, si risveglia e i punti sono meritatissimi. Ritmo gara e strategia, però, non eccezionali.
Franco Colapinto: 5.5 / 5
Ancora tanta fatica per Colapinto. In qualifica è colpa della macchina, che si rompe in Q1, mentre in gara il ritmo non c’è ancora. Inutile dire che tutti si aspettavano di più.
Pierre Gasly: 8 / 6
Quando l’Alpine funziona, lui si esalta. Qualifica eccellente, batte addirittura Hadjar, gara meno spettacolare complice una strategia che lo mette nel traffico e un ritmo così così.
Aston Martin: 6 / 6
Il Q3 arriva, arrivano i punti, ma con le nuove ali anteriori il gap tra una squadra ricca come Aston e gli avversari di centro gruppo dovrebbe ampliarsi, e non ridursi, soprattutto sul passo gara.
Lance Stroll: 5.5 / 5
In qualifica si becca mezzo secondo da Alonso. Poi il mistero. Non si presenta al peso, rischia la squalifica, la squadra notifica solo sabato sera alla FIA che Stroll sta male e non potrà correre domenica. Il motivo? Problemi al polso che si era rotto ad inizio 2023, dovrà forse operarsi di nuovo. Girano voci alternative, che raccontano di uno Stroll furioso dopo le qualifiche, di urla e di colpi. Bah, chissà.
Fernando Alonso: 8 / 8
Ci mette il cuore. In qualifica funziona, in gara meno perché non può dare lui equilibrio a una macchina che equilibrio non ha. Ma nelle battaglie ha sempre una marcia in più, e merita i tanto agognati primi punti stagionali.
Mercedes: 6 / 6
In gara sono sempre quarta forza, mentre la qualifica va meglio. Quindi a Barcellona la situazione non cambia per la Mercedes, forse grazie a un fondo nuovo che si abbina all’ala anteriore rigida. Da rivedere l’affidabilità.
Andrea Kimi Antonelli: 6.5 / 6
Bella qualifica di Kimi, soprattutto il Q3 con un solo set di Soft nuove. Meno bene il ritmo gara anche se non è troppo lontano da Russell.
George Russell: 7 / 7
Ottiene grosso modo il massimo sia in qualifica che in gara. Dorme però nel primo giro quando lascia la porta aperta a Leclerc e ne paga le conseguenze per i primi due stint.
Red Bull: 7 / 7
Speravano in tanto di più nel confronto con McLaren e sono stati molto coraggiosi nell’impostare la gara di Max sulle tre soste. La macchina meritava comunque un buon podio ma, a posteriori, Max andava lasciato in pista durante la Safety. E non andava ordinato lo scambio di posizione.
Yuki Tsunoda: 4.5 / 5
FLOP per Yuki Tsunoda. Non so cosa dire perché lui per primo non si spiega i momenti in cui semplicemente non sente grip. Sta provando a usare il set-up di Max ma non funziona. E va sempre peggio.
Max Verstappen: 5 / 7
Fino alla SC, era un weekend da 9. Soprattutto, stava limitando alla grande i danni rispetto a una McLaren imprendibile. Poi, l’attimo di vena chiusa con Russell è costato l’equivalente di un ritiro. Ne valeva la pena?
Ferrari: 7 / 7
Il podio fa morale, ma la SF-25 continua ad essere terribilmente compromessa. E in una gara normale, il quarto posto sarebbe stato il massimo. Che amarezza.
Lewis Hamilton: 6 / 6
Il ritmo dipende più dalla macchina che da lui. In qualifica la Pole è lontana mezzo secondo, in gara si perde con tanta benzina e migliora nel finale prima di una ripartenza dalla Safety Car da incubo. Quello che lascia perplessi è il tono e la posa perennemente scazzati: non doveva trascinare la Rossa?
Charles Leclerc: 8.5 / 9
Con il senno di poi, sacrificare le qualifiche paga a metà, e forse sarebbe stato più lungimirante tenersi una Soft nuova al posto di una Media. Il sorpasso su Russell e il primo stint sono eccezionali, però, e alla fine si prende un podio nonostante le ansie da LICO. La Ferrari è tutta sulle sue spalle.
McLaren: 10 / 10
TOP per la McLaren. La Direttiva Tecnica gli fa il solletico e hanno una monoposto che rende facile tutto: qualifiche, gara, strategie, ricerca degli assetti…
Oscar Piastri: 10 / 10
Ancora un weekend perfetto per Piastri, che dopo la Monaco un pelo complicata di settimana scorsa si riscatta con una qualifica eccellente e una gara in controllo. Cosa vuoi dirgli di più? TOP.
Lando Norris: 7 / 9
Lando mi aveva gasato in Q3 quando ha provato a prendersi la scia di Piastri. Quello è stato il momento più aggressivo del suo Gran Premio di Spagna. Il Q3 però finisce male e la partenza così e così toglie qualunque possibilità di attaccare Piastri.
Vi riassumo i TOP, che sono Piastri, la McLaren, Hadjar, HÜlkenberg e la Sauber. FLOP invece per Tsunoda, Ocon e la Williams.
NASKA-QUIZ
Ora le domande per Montreal, tra due settimane.
Soft: quando e perché nacque la leggenda del Muro dei Campioni?
Media: il GP del Canada del 1973 è famoso per due motivi. Quali?
Hard: cosa accadde a Montreal nel 2010? Perché quella gara cambiò per sempre la F1?
A presto con il PostGP di Montreal!
Alberto Naska e Luca Ruocco
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