Torna la F1 per uno degli appuntamenti più attesi e speciali del campionato: Suzuka!
Si corre su una delle piste più belle al mondo, ma non è tutto: ci saranno una marea di temi a rendere il Gran Premio del Giappone davvero imperdibile. Tsunoda faticherà come Lawson o sarà l’ennesima vittima della maledizione della Red Bull?
NASKA-HYPE
Che ci sia giusto un pelo di eccitazione per questo Gran Premio del Giappone lo si capisce dalle livree celebrative che due squadre hanno preparato: Haas ha riempito la sua monoposto di fiori di ciliegio, mentre Red Bull propone una nuova versione della sua livrea bianca dedicata a Honda.
Come era accaduto ad Istanbul nel 2021, l’obiettivo è celebrare la fine del rapporto con il motorista giapponese – stavolta quella vera -. Non c’è la pandemia, quindi la livrea potrà essere utilizzata a Suzuka come giusto che sia, e chissà che non porti fortuna al vero elemento di hype del weekend: Yuki Tsunoda!
Siamo arrivati davvero allo scambio di cui si parlava dopo la Cina: Tsunoda in Red Bull, Lawson in Racing Bulls, dopo solo due gare. Vedremo come andrà Yuki, io vi ho già detto che, almeno per le prime gare, la vedo dura: difficile vada più forte rispetto a come viaggiava sulla VCARB. Non conosce la macchina, la Red Bull è difficile da guidare… insomma, servirà tantissima spinta dei tifosi per ribaltare il pronostico.
Non finiscono qui gli spunti d’interesse: Piastri si confermerà al livello di Norris? Magari saremo fortunati e assisteremo al primo duello vero e proprio tra i due. Occhio perché si giocano il Mondiale. E Sainz? La grande sorpresa negativa di questo inizio di Mondiale, si riprenderà?
Per noi italiani il vero argomento di hype non può che essere la Ferrari. Il rebus della SF-25. Cosa succede a questa monoposto che doveva finalmente riportare il titolo a Maranello?
Andiamo con molto, molto, molto ordine.
Prima cosa che sappiamo: nulla. Davvero, nulla.
Dopo Shanghai le acque si sono un po’ calmate, ma la Ferrari non ha dato una spiegazione ufficiale rispetto a questo inizio di stagione deludente. Bocche cucite sulla macchina.
Ha parlato solo Vasseur all’Equipe. E quell’intervista è stata anche lei un po’ deludente, non ci nascondiamo.
Il nocciolo del problema, il fatto che la Ferrari – quando va bene – sia a 3 decimi dalla McLaren, come ha detto Leclerc, beh, non è stato proprio toccato. Vasseur continua a ribadire che a fine 2024 tutti erano in un decimo e la situazione cambiava da pista a pista. A parte che, numeri alla mano, non è vero – in qualifica il distacco medio della SF-24 era di più di due decimi, nelle ultime quattro gare -, la Ferrari nel 2025 doveva partire per fare le Pole Position, non per qualificarsi in quarta e terza fila nei primi due GP.
Fosse solo questo il problema, potremmo dire che è ancora presto e il campionato è lunghissimo.
Peccato che ci sia dell’altro.
Vasseur ha parlato delle due squalifiche di Leclerc e Hamilton. Anche qui, non ha convinto. Anzitutto, citare una perdita d’acqua alla borraccia di Charles come uno dei motivi della squalifica fa cadere le braccia: è un componente che in F1 non si dovrebbe rompere e soprattutto non si può basare la regolarità della macchina su un liquido che Leclerc dovrebbe poter bere e poi sudare completamente. Tralasciamo il mistero di Charles che ha sempre ammesso di bere poco e improvvisamente in Cina fa la corsa con 1kg d’acqua sul groppone per 56 giri. Il vero dilemma di chi ha letto le parole di Vasseur è questo: il TP della Ferrari ha quasi giustificato le due squalifiche. Sembrava dire: quando sei al limite, capita, cerchi l’ultimo decimo e ti possono squalificare.
Eh, no. Proprio no. Gli sport funzionano perché si seguono le regole, altrimenti diventa tutto un buttarla in caciare. È come se nel prossimo weekend l’Inter sostituisse 6 giocatori al posto di 5: perderebbe 3 a 0 a tavolino, qualunque fosse il risultato sul campo. La squalifica è una cosa pesantissima e sarebbe stato più elegante dargli un po’ più di importanza, anche per i tanti Tifosi che seguono la Ferrari con passione e competenza. Forse meritavano una spiegazione più seria, sia delle squalifiche che del momento difficile.
Chiudiamo Shanghai nel cassetto dei brutti ricordi e passiamo a Suzuka. E al rebus della SF-25.
Perché questa macchina sembrava volare il venerdì di Melbourne o nella parte Sprint della Cina, e poi soffre in gara come se si spegnesse la corrente?
Sono arrivate le prime risposte. Ricordate il PostGP dell’Australia, quando citavo la Haas in difficoltà e il suo condividere la sospensione posteriore con la Ferrari?
Mi sa che non dobbiamo più fare le Prediction divinatorie ma usare solo l’istinto, perché sembra proprio che questo ragionamento fosse centrato.
In queste due settimane è emerso che il problema della SF-25 risiede al posteriore. C’è qualcosa che non funziona nel retrotreno e manda tutta la macchina in crisi.
In tanti hanno confermato che il problema stia lì, al posteriore: per esempio, anche i ragazzi di AutoRacer e il loro direttore Giuliano Duchessa sul Corriere della Sera. Il gruppo sospensione-cambio, che è tutto nuovo ed estremizzato, non garantirebbe la rigidità sufficiente. Da qui, a cascata, una serie di problemi.
Una spiegazione ulteriore, la più convincente di tutte secondo me, l’ha data già domenica scorsa Christian Falavena, che si occupa di tecnica su FuoriTraiettoria.
Il problema sarebbe concentrato nel cambio. È troppo fragile, rischia di rompersi. Da qui la necessità di utilizzare regolazioni morbide per la sospensione posteriore. Regolazioni morbide che aiuterebbero a smorzare le sollecitazioni, così da evitare rotture.
Vi ricordo che nei test Hamilton si è fermato per una noia idraulica, secondo Roberto Chinchero in zona cambio, e Bearman a Melbourne non ha partecipato alle qualifiche per un problema al… indovinatelo voi… cambio!
Quando utilizzo molle più morbide al posteriore, sono costretto ad aumentare l’altezza da terra di qualche mm. Un po’ perché sennò, quando il carico mi schiaccia a 300km/h, la monoposto spancia, si innesca bottoming e quindi il cambio lo sollecito uguale. Ma soprattutto per non consumare il plank, in particolar modo in gara, quando ho 100 kg di benzina e 300 km da affrontare. Se giro basso e morbido, il posteriore collassa, sfrega e si consuma il plank.
Inoltre, se sono costretto ad ammorbidire tutto il retrotreno, andrò incontro al sottosterzo, quindi sarà difficilissimo bilanciare la macchina.
Prendete Hamilton: nella parte Sprint del weekend, dove hanno potuto girare bassi perché la gara dura solo 100km, era molto equilibrato, con tanto carico e un comportamento un filo sottosterzante ma solido. Infatti, volava nel secondo settore, quello dei curvoni lunghi.
Appena hanno alzato la macchina la domenica, anche di pochissimi millimetri – altrimenti non l’avrebbero comunque squalificato per il consumo del plank -… puff, magia: Lewis era totalmente fuori finestra. Sottosterzo, sovrasterzo, poca fiducia. Le aveva tutte. Poi, magari, hanno anche sbagliato le scelte delle regolazioni, ma capite che, se sei obbligato a girare alto e ad ammorbidire il posteriore, diventa difficile trovare un buon set-up.
Attenzione anche ad un’altra chicca che voglio aggiungere. Nel 2024, a Las Vegas, la FIA cambiò dei regolamenti riguardanti i pattini in titanio dello skid block. In sostanza vietò delle soluzioni un po’ furbe, ma fino a quel momento completamente legali, che aiutavano a consumare di meno il plank. Nel paddock si sussurrava che Ferrari fosse la più colpita. Vasseur addirittura si lamentò pubblicamente, e la Ferrari non dominò la corsa come tutti si aspettavano. Eravamo a fine novembre. E a fine novembre la SF-25 era già impostata e in galleria del vento.
Ve la butto lì: non è che tutte queste difficoltà quando alzano la monoposto sono anche legate a un’aerodinamica pensata per girare bassi bassi bassi, tanto il plank rimaneva comunque legale grazie al trucco? Trucco che la FIA però ha vietato, rendendo ancora più complicato il set-up di una macchina che vorrebbe stare bassa?
Magari non conta nulla, ma la coincidenza dei fatti è quantomeno interessante.
Finiamo il discorso chiarendo che, se davvero i problemi fossero concentrati sul cambio, sarà molto difficile risolverli e soprattutto risolverli presto. Bisogna sperare che, tra lavoro di set-up e i primi aggiornamenti del Bahrain, diventi più semplice estrarre il potenziale della SF-25.
Brutta situazione, però.
NASKA-TRACK
Suzuka, Giappone. La Ferrari è favorita in questa pista? La risposta potrebbe stupirvi, attenzione!
Sarebbe davvero un peccato se la Ferrari non tirasse fuori tutto il potenziale a Suzuka anche perché, paradossalmente, il disegno della pista favorirebbe molto la SF-25 vista finora. E la Ferrari, in Giappone, non vince dal 2004!
Serve un anteriore molto forte e preciso, e quando la SF-25 era in bolla, l’anteriore solido c’era.
Studiamo questa pista conosciutissima e dove nella storia della F1 è successo davvero di tutto.
La prima curva è una delle più difficili al mondo. Entri a velocità folle e devi frenare in curva, una follia. Poi la leggendaria sequenza di cambi di direzione in salita. Finito il primo settore arriva la doppia destra delle Degner Curve, due pieghe difficilissime e spettacolari, dove è molto facile sbagliare la frenata. Poi su verso il tornantino, un allungo e arriva la mitica Spoon curve, una lunghiiiissima sinistra con due punti di corda dove serve una macchina precisa e stabile. Importante uscire bene sul rettilineo che porta alla 130R, la prima curva del terzo settore. Un tempo divideva i piloti, farla in pieno era un vanto, ora invece con le F1 di oggi riuscirebbe a fare in pieno anche la mia prozia che quest’anno compie 101 anni. Chiude il giro la mitologica chicane del Triangolo, dove si scontrarono Senna e Prost nel 1989, e l’ultima curva a destra in discesa, un po’ beffarda perché rende difficile mettere a terra tutti i cavalli per il rettilineo finale.
Suzuka è davvero un gioiello. I piloti la adorano, c’è una bellissima atmosfera con i fan scatenati, e tecnicamente è una sfida molto complessa. Credo sia la pista più difficile al mondo. Le auto gireranno con un carico aerodinamico medio alto, occhio al meteo – farà freddo, c’è una piccola possibilità di pioggia per la gara ma dovrebbe smettere prima – e attenzione all’asfalto nuovo. L’hanno posato nel primo settore e nell’ultima curva, che formano la versione Est del tracciato. Sembra che ci sarà molto grip ma i piloti della SuperFormula, dopo i test invernali, hanno detto che è sconnesso: occhio perché potrebbe obbligare tutti a girare più alti del previsto, e sappiamo quanto siano sensibili queste F1.
Tantissimo stress per le gomme, sono attesi due pit-stop e Pirelli porta le tre mescole più dure in gamma.
NASKA-MEMORY
Tuffo nel passato velocissimo per parlarvi di un Gran Premio del Giappone non molto emozionante, ma molto significativo.
Nel 2009 si tornava a Suzuka dopo due anni al Fuji e il Mondiale era nelle mani di Jenson Button e della BrawnGP, che però erano in crisi di risultati da metà stagione. Vettel con la sua Red Bull poteva solo vincere per mantenere vivo il campionato. Si fece trovare pronto: Pole Position, gara dominata, vittoria schiacciante. Seb a Suzuka ha sempre volato e ancora oggi detiene il record della pista: 1’27’’064, segnato nelle qualifiche del 2019 con la Ferrari.
Quel Gran Premio 2009 fu significativo soprattutto per la Toyota. Trulli partiva 2° e aveva un grande passo, ma Hamilton lo superò in partenza e Jarno ci mise due terzi di gara a tornare davanti. Peccato perché era l’ultima grande occasione per il team Toyota in F1: una vittoria avrebbe forse convinto i dirigenti a non uscire dal Circus, e a dare una possibilità alla monoposto 2010. Leggenda vuole che fosse un missile e che si sarebbe giocata il campionato.
Non andò così.
INDOVI-NASKA
Chiudiamo con il gioco del PreGP: Indovi-Naska! Io vi dico la mia Prediction del podio, voi mi date la vostra nei commenti.
Prima, gli orari del weekend: libere 1 alle 4.30 di venerdì; libere 2 alle 8.00; stessi orari per libere 3 e qualifiche del sabato; gara alle 7 di domenica.
Il mio podio per la gara è… Norris, Verstappen, Leclerc.
Alberto Naska e Luca Ruocco
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